
Nessuna decisione sulla richiesta di scarcerazione di Pasquale Iacovone l’imbianchino 42enne accusato dell’omicidio dei due figlioletti, Davide ed Andrea di Ono San Pietro, avvenuto il 16 luglio 2013 nella casa dove l’uomo viveva dopo la separazione dalla moglie. La decisione del giudice, Maria Chiara Minazzato era attesa in queste ore, dopo la richiesta avanzata la scorsa settimana dall’avvocato Gerardo Milani, legale di Iacovone, perché secondo la difesa le condizioni dell’uomo non sarebbero compatibili con il carcere. L’operaio è rinchiuso ad Opera dopo aver trascorso mesi nel centro grandi ustionati di Padova. Iacovone la scorsa settimana era comparso davanti al GIP. Nessuna parola se non la richiesta di scarcerazione. Secondo i suoi legali, infatti, i postumi delle ustioni riportate su gran parte del corpo dopo il rogo nella casa di Ono San Pietro, nel quale morirono i suoi due piccoli (Davide ed Andrea – soffocati quasi sicuramente prima che venisse appiccato l’incendio all’appartamento) peggiorerebbero di giorno in giorno e la detenzione non permettere a Iacovone di curarsi come dovrebbe.
IL GIUDICE PRENDE TEMPO
Il PM e il GIP hanno quindi disposto delle perizie per accertarne le condizioni e decidere se sono compatibili o meno con il carcere. Il suo difensore chiede di curare Iacovone in una struttura ospedaliera. Dopo l’udienza di questo martedì, però, il giudice ha preso ancora qualche giorno di tempo per valutare le perizie e la documentazione presentata. Tutto rinviato dunque. Sembra che Icovone chieda di essere traferito in ospedale, al Niguarda, oppure in un centro di riabilitazione a Cremona, in un posto dove possa curare i postumi delle gravi ustioni che aveva riportato. Su di lui, però, pende un’accusa molto pesante, quella del duplice omidicio dei figli. Ed è stato condannato per stalking nei confronti della moglie, Erika Patti.
LE ACCUSE SONO PESANTI
Secondo i giudici dell’accusa Iacovone, proprio per vendetta nei confronti della moglie dalla quale viveva separato e già fatta oggetto di numerosi episodi di minacce e stalking, avrebbe nel luglio dello scorso anno, dopo aver trascorso qualche giorno di vacanza con loro, soffocato i due figli, poi ne avrebbe cosparso i corpi di benzina e dato fuoco alla casa dopo aver lui stesso ingerito liquido infiammabile che lo aveva trasformato in una torcia umana. Quando scattò l’allarme nella mattina del 16 luglio 2013, i due bambini, all’arrivo dei soccorsi erano già morti, il padre venne strappato alla morte miracolosamente e miracolosamente è sopravvissuto alle ustioni gravissime che aveva su gran parte del corpo. Il processo per omicidio inizierà il prossimo 21 novembre, ma anche questo è condizionato dalla perizia psichiatrica: nello scorso luglio il giudice per l’udienza preliminare, infatti, aveva accolto la richiesta di celebrarlo con rito abbreviato condizionato come detto dalla perizia psichiatrica.
dal giornale online: Più Valli TV – News
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