Basket, Serie A: Aquila Trento a Brindisi. Buscaglia avverte: “Sarà dura”

Trento – Il ghiaccio, la Dolomiti Energia Trentino lo ha rotto domenica scorsa battendo Cantù al PalaTrento e strappando così i suoi primi punti in […]

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Anche Aprica alla fiera Skipass di Modena: nel 2015 le finali nazionali del Gran Premio Giovanissimi e il Campionato Italiano Maestri

Modena – Il sindaco Carla Cioccarelli ha presenziato a Modena, nell’ambito della fiera Skipass, alla presentazione delle novità relative alla stagione sciistica aprichese 2014-2015. In […]

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FERMATI CINQUE RUMENI A DARFO


Cinque rumeni senza fissa dimora sono stati fermati questo venerdì pomeriggio a Darfo Boario Terme, si tratta di cinque uomini, di fatto senza fissa dimora, che probabilmente vivono di espedienti come furti di rame ed altro. Si trovano ora nella caserma dei carabinieri della compagnia di Breno dove gli uomini dell’arma stanno facendo accertamenti sulla loro identità e sui loro traffici. Ancora una volta l’operazione che ha portato i carabinieri a fermare i cinque arriva grazie ad una segnalazione dei cittadini. Questo venerdì pomeriggio, infatti, i cinque, che viaggiavano a bordo di una fatiscente mercedes con targa straniera si sono parcheggiati nel centro di Corna, dove si trovano i parcheggi dell’ex acciaieria di Darfo. Qui hanno bivaccato, hanno fatto i loro bisogni per strada e ovviamente hanno destato allarme nella popolazione. Una passante, dunque, ha composto il 112. Non ci conoscono particolari dell’operazione ma pare che i cinque, all’arrivo dei carabinieri siano fuggiti infilandosi tra i vecchi capannoni della zona industriale dismessa dove però i militari li hanno raggiunti e fermati. Tutto questo ha provocato un po’ di trambusto nel centro della città ed incuriosito la gente. Sono ovviamente in corso accertamenti sui cinque stranieri fermati. Quello che però emerge, parlando con i residenti in zona, è il degrado di questo sito industriale dismesso dove case fatiscenti rischiano di collassare da un momento all’altro, dove di notte pare si assista a traffici più o meno leciti, dove gente di passaggio bivacca o dorme nei vecchi capannoni abbandonati. Un vecchio progetto, fermato poi da una serie di ritrovamenti archeologici in zona, prevedeva un grande progetto per l’area che andrebbe bonificata ma che da anni versa in completo abbandono.

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UN’ALTRA TRAGEDIA SUI BINARI


E’ Giancarlo Morghen, ex sindaco di Trenzano, la vittima dell’incidente ferroviario di questa mattina a Rovato. Morghen, attorno alle 7.30 di questo venerdì ha posto fine ai suoi giorni gettandosi sotto il treno. Sindaco di Trenzano dal 1990 al 1999 Giancarlo Morghen era molto conosciuto in tutta la provincia e in tutta la regione essendo stato anche direttore regionale di Confesercenti e presidente della Borsa Immobiliare di Brescia. Purtroppo è il terzo caso del genere ne mese di ottobre. Il 15 il Freccia Bianca diretto a Udine aveva travolto un uomo nei pressi della stazione di Ospitaletto, il 18 ottobre un altro uomo era stato travolto da un treno sulla Milano-Venezia.

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RIAPERTO IL PONTE


Stop ai problemi di collegamento fra Cene e Gazzaniga. Da mercoledì, sera, infatti, è stato riaperto il ponte del cavalcavia che sovrappassa la strada provinciale 35 reso impraticabile da alcuni incidenti che avevano lesionato le strutture portanti del manufatto tanto da doverlo chiudere al traffico. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Legrenzi di Clusone. Eseguito, nella notte fra lunedì e martedì il collaudo della struttura, che ha dato esito positivo, dopo gli ultimi lavori eseguiti nella giornata di martedì finalmente mercoledì sera, con 12 ore di anticipo, il ponte è stato riapertura risolvendo così molti problemi di collegamento tra i centri della Valle Seriana.

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LE VICENDE DEL CAVALCAVIA


Le vicende del cavalcavia Cene-Gazzaniga sono durate oltre oltre quattro mesi e mezzo provocando anche forti polemiche e proteste da parte di categorie professionali e degli utenti della strada, costretti a forti disagi e ad allungare ii percorso per poter raggiungere le destinazioni, soprattutto le ditte. Lo stesso è successo per i pullman degli studenti. Anche i commercianti della zona avevano lamentato problemi per gli affari a causa della prolungata chiusura della strada. La chiusura del ponte era stata necessaria in seguito ad un incidente che si era verificato il 5 giugno scorso quando un tir in transito sulla provinciale della Valle Seriana aveva urtato il ponte già danneggiato nel marzo del 2013. Il secondo incidente aveva messo in serio pericolo la sicurezza del manufatto, tanto è vero che dopo le necessarie verifiche la provincia ne aveva decretato la chiusura. Qualche giorno dopo la demolizione del manufatto e la decisione di intervenire. Ora con la riapertura del ponte dovrebbero andare in archivio anche le polemiche e soprattutto i problemi. Tra l’altro, il nuovo impalcato, alzato da 4 metri e 50 a 5 e 10 dovrebbe scongiurare altri problemi di impatto con i mezzi pesanti che vi transitano sotto.

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LA SICUREZZA PARTE DALL’ALTO


Grazie ad un finanziamento richiesto a Regione Lombardia dalla Comunità Montana di Vallecamonica sul Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013, il Consorzio Forestale Due Parchi ha potuto progettare e realizzare opere importanti e urgenti in località Cavallo di Incudine a quota 1.600 metri per bonificare una vasta zona acquitrinosa e paludosa con ruscellamento e asportazione continua di materiale, con pericolo per la valle sottostante e le strade agrosilvopastorali della zona. Un intervento importante , basato su ingegneria naturalistica, è costituito da palizzate e pietrame a secco. Sul terreno declive sono state posizionate geostuoie che nel tempo verranno assorbite dalla vegetazione, mentre è stata abbondantemente seminata erba per ripristinare l’ambiente e assicurare l’assorbimento di acqua dal terreno. Il giudizio finale sulle opere è soddisfacente: si è trattato di mettere in sicurezza un versante che rischiava di essere pericoloso per la valle sottostante. Il corso dell’intervento è di 150.000 euro comprensivi di progettazione e di Iva. Il Consorzio Forestale ha presentato l’opera conclusa alla Comunità Montana di Vallecamonica che ha provveduto al collaudo finale con esito positivo.

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PIU’ STRANIERI NELLE CAMPAGNE


Sono oltre 22 mila i lavoratori stranieri impiegati nelle aziende agricole della Lombardia. Rappresentano il record italiano di incidenza. Il 27% dei lavoratori assunti a tempo indeterminato. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti, che ha collaborato alla realizzazione del Dossier immigrazione 2014. “Nella nostre campagne – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – le nazionalità più rappresentate sono romeni, indiani, marocchini e albanesi. Non mancano polacchi, bulgari e tunisini. Sono impegnati nella coltivazione e negli allevamenti. Mentre nei caseifici del Grana Padano e nelle stalle da latte esiste una forte comunità Sikh”.

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BUONA L’INTEGRAZIONE


Quello degli stranieri – spiega la Coldiretti regionale – è un inserimento avvenuto col tempo, grazie alla capacità di integrazione professionale e sociale offerta dal settore agricolo. Secondo i dati elaborati da Coldiretti per il Dossier Immigrazione 2014, in Lombardia i lavoratori a tempo indeterminato sono 6 mila 128, quelli a tempo determinato sono 15 mila 638 mentre altri 246 sono entrati con permessi di soggiorno come stagionali. Nel 2012 gli operai stranieri a tempo determinato erano 14 mila 976, quelli a tempo indeterminato erano 6 mila 494 e quelli entrati con un permesso da stagionale erano 399. “Nelle aziende agricole lombarde – conclude Prandini –  gli stranieri hanno appreso un nuovo mestiere, trovato una prospettiva di futuro e hanno iniziato a inserirsi nelle nostre comunità. Basta vedere la seconda generazione con i ragazzi che vanno a scuola, parlano i nostri dialetti e giocano a calcio con la passione dei veri italiani”.

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