Cerco offro lavoro in Vallecamonica | Ady BoOm

Salve mi chiamo Adelina e sto finendo il 4 anno di acconciatura, cerco lavoro per il venerdì pomeriggio e sabato e sarei disponibile anche da giugno in poi orario indetterminato.. Zona Darfo Boario terme, angone, Piamborno, Breno, Malegno, Costavolpino, Lovere.. Grazie:)
di Ady BoOm dal gruppo: A.A.A. cercasi/offresi lavoro in valcamonica
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NICOLI PATTEGGIA PENA DI 2 ANNI


L’ex vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia del PDL, il bresciano Franco Nicoli Cristiani, ha patteggiato una pena di due anni di reclusione nel procedimento con al centro la presunta tangente da 110 mila euro pagata dall’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli per la costruzione della discarica di amianto di Cappella Cantone nel cremonese. Il giudice per l’udienza preliminare di Milano Vincenzo Tutinelli ha dunque accolto l’istanza avanzata nelle scorse udienze dall’ex esponente del Pdl e da un altro imputato, l’ex dirigente dell’Arpa Giuseppe Rotondaro, che ha patteggiato un anno e otto mesi. Sono stati inoltre condannati a due anni di reclusione altri quattro imputati giudicati con rito abbreviato e accusati di corruzione: Locatelli, la moglie e due ex soci dell’imprenditore, i fratelli Antonio e Giovanni Testa, accusati di avere versato la mazzetta a Nicoli Cristiani e a Rotondaro per ottenere l’autorizzazione necessaria al via libera al progetto della discarica. Il gup, che depositerà le motivazioni della sentenza entro i prossimi 90 giorni, ha disposto la confisca di 110 mila euro a Nicoli Cristiani, pari al valore della presunta tangente incassata. Altri 100 mila euro sono stati confiscati sul valore complessivo dell’area della discarica progettata da Locatelli, attualmente sotto sequestro in seguito alle indagini della magistratura. Il difensore di Locatelli, l’avvocato Roberto Bruni ha annunciato la volontà di ricorrere in appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza. Nello stesso procedimento erano imputati, tra gli altri, l’ex presidente della Regione Lombardia e senatore del Nuovo Centrodestra Roberto Formigoni e l’ex assessore regionale all’Ambiente Marcello Raimondi, prosciolti nella scorsa udienza con la formula del «non luogo a procedere» insieme agli ex vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo Rossano Breno e Luigi Brambilla.

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LA DIFESA DI MORANDI


Angelo Capelli e Maria Laura Andreucci, i legali difensori di Benvenuto Morandi, l’ex direttore della filiale Private della Intesa Sanpaolo di Fiorano (ex sindaco di Valbondione) ai domiciliari con l’accusa di furto, truffa e falso, hanno presentato un’istanza in cui chiedono la nullità della richiesta di giudizio immediato per il loro assistito, per presunti vizi procedurali. Il giudizio immediato era stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Alberto Viti, su richiesta dei pubblici ministeri Maria Cristina Rota e Carmen Santoro e l’udienza è stata fissata per il 18 dicembre. Ma i legali tentato la carta a sorpresa per difendere il loro assistito accusato degli ammanchi sui conti di numerosi clienti della filiale di Fiorano al Serio e del dirottamento di ingenti somme sui conti della Società degli Impianti Sviluppo Turistico di Lizzola. In particolare i legali sostengono che i reati contestati a Morandi prevederebbero la citazione diretta a giudizio e che quindi la strada del giudizio immediato sarebbe stata intrapresa in maniera non legittima da parte dai pubblici ministeri. Sempre in tema di procedure, gli avvocati hanno evidenziato anche una questione legata ai tempi: a loro giudizio la richiesta sarebbe stata formulata oltre le scadenze previste. Ma non solo: i legali chiedono anche la possibilità per l’ex direttore di banca di essere giudicato con rito abbreviato e chiedono anche che all’udienza vengano sentiti una serie di testimoni, fra cui spicca il nome di Gianfranco Gamba, l’imprenditore di Gazzaniga a cui – stando alle contestazioni – Morandi avrebbe sottratto a sua insaputa una cifra di circa 10 milioni di euro. Sarà ora l’ufficio del gip a decidere.

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INCIDENTE STRADALE A ISEO


Incidente che poteva avere conseguenze peggiori quello rilevato stamattina dalla Polizia Locale di Iseo. Un’autovettura seat leon condotta da un giovane iseano, per motivi in corso di accertamento, nel percorrere la strada provinciale XI, nel tratto che fiancheggia il parco delle torbiere, ha invaso la corsia di marcia opposta colpendo una fiat panda che proveniva da Clusane. Quest’ultima è finita nel fosso posto alla sua destra in mezzo ai rovi dopo essersi ribaltata. Varie ferite per il clusanese conducente della panda che è stato trasportato in codice rosso al vicino pronto soccorso di Iseo. Sul posto la Polizia Locale di Iseo, un’ambulanza del 118 e due carri attrezzi della ditta Fratelli Consoli.

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CASSA, 40 MILA LAVORATORI A RISCHIO


Sono 40.000 i lavoratori a rischio per la mancata copertura economica della cassa integrazione in deroga. Per questo ieri pomeriggio il parlamento lombardo ha approvato all’unanimità una mozione condivisa da tutte le forze politiche in seno alla Commissione Attività produttive. Il documento, sottoscritto dai consiglieri di tutti i gruppi esprime formalmente il sostegno alla Giunta nel pressing presso il Ministero del Lavoro affinché venga assicurata “la certezza sull’attribuzione di risorse per la Cassa in Deroga, l’assegnazione di termini non perentori per la decretazione delle 9000 domande (di cassa in deroga, ndr) per evitare di penalizzare i lavoratori, l’adozione della metodologia dell’overbooking controllato per garantire tempestivamente la Cigd ai lavoratori coinvolti”. Sul tema è intervenuta anche il consigliere regionale camuno della Lega Nord Donatella Martinazzoli: “Attualmente – afferma – “esaurite le disponibilità finanziarie, risultano ancora giacenti 9.000 domande di Cassa Integrazione in Deroga, in buona parte pronte per essere autorizzate, alle quali si aggiungono le domande di Mobilità in Deroga già pervenute agli sportelli INPS. Stiamo parlando di oltre 40 mila lavoratori, per un fabbisogno complessivo di risorse finanziarie di 150 milioni di euro, corrispondenti a 93 milioni se si utilizza il metodo dell’overbooking controllato. Le procedure non omogenee adottate dal Ministero – conclude – rischiano di disorientare l’amministrazione regionale e gli uffici INPS, mentre è indispensabile disporre di certezze, a partire dall’attribuzione di risorse.”

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