
pubblicato da marenagram
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Non ce l’ha fatta Piercamillo Gheza, l’81enne investito questa mattina intorno alle 9.45 in via S. Martino a Erbanno di Darfo all’altezza della sua casa al numero civico 59: l’anziano stava attraversando la strada quando è stato investito da una Fiat Punto grigio metallizzato, condotta da una ragazza di 23 anni che abita poco distante, che procedeva verso Boario; con lei in auto c’era un coetaneo. L’impatto è stato violentissimo e l’uomo è stato sbalzato a terra. Immediati i soccorsi che sono stati portati dagli uomini dei Vigili del fuoco del distaccamento di Darfo che si trova a poche decine di metri dal luogo dell’incidente che sono intervenuti bloccando il traffico e portando immediato soccorso all’anziano e quindi dall’ambulanza del 118 di Camunia Soccorso, dall’automedica e dall’elicottero del 118 di Brescia, atterrato nel piazzale della caserma dei Vigili del fuoco. I sanitari hanno praticato sul posto tutte le terapie d’urgenza del caso: l’anziano è stato intubato e ventilato in continuazione, quindi stabilizzato sulla barella spinale e trasferito all’interno del recinto del distaccamento dei vigili del fuoco dove è stato caricato a bordo dell’elicottero e trasferito in volo alla Poliambulanza di Brescia dove è stato ricoverato in prognosi riservata. Ma intorno alle 14.00 di questo giovedì ha cessato di vivere: troppo gravi le ferite riportate nell’impatto con l’auto che gli ha schiacciato l’emitorace sinistro ed un forte trauma cranico. I rilievi di legge sono stati svolti dai carabinieri di Artogne mentre la Polizia locale di Darfo ha collaborato nel regolare il traffico. Sono stati sentiti alcuni testimoni che avrebbero assistito all’accaduto e da qui potranno risalire all’esatta dinamica dell’incidente. Intanto i vigili del fuoco hanno provveduto a deviare il traffico in uscita dalla superstrada per permettere i soccorsi in piena sicurezza e di rilievi di legge nonché la rimozione della Fiat Punto che presenta un vistoso segno dell’impatto dell’anziano con la vettura. Piercamllo Gheza era molto noto per aver svolto l’attività di portalettere, quindi di direttore dell’Ufficio postale di Erbanno e di Direttore dell’Ufficio postale di Boario Terme fino al giorno della pensione. Lascia la moglie, una figlia ed un figlio.
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I legali di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore arrestato il 16 giugno scorso per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. ricorrono contro l’ordinanza del gip di Bergamo con la quale era stata respinta una prima richiesta di scarcerazione. Gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni cercheranno nuovamente di smontare quello che per l’accusa costituisce il «faro dell’indagine», ovvero il Dna trovato su corpo di Yara, citando nuovamente gli estratti della relazione dei Ris del 2011 potenzialmente più favorevoli al loro assistito. Secondo il Giudice per le indagini preliminari, a carico di Bossetti esisterebbero gravi indizi di colpevolezza e ci sarebbe il pericolo di reiterazione del reato, già evidenziato in prima istanza lo scorso 19 giugno in fase di richiesta di convalida del fermo di Bossetti Il giudice Maccora scriveva che «sussiste l’esigenza della custodia in carcere, avuto riguardo della gravità intrinseca del fatto, connotato da efferata violenza e dalla personalità di Bossetti dimostratosi capace di azioni di tale ferocia posta in essere nei confronti di una giovane e inerme adolescente abbandonata in un campo incolto ove per le ferite e l’ipotermia ha trovato la morte. Elementi che rendono estremamente probabile il rischio della reiterazione di reati della stessa indole». Per questa ragione e con analoghe motivazioni, il Giudice ha respinto lo scorso 16 settembre l’istanza di scarcerazione di Bossetti. I legali della difesa hanno però depositato una memoria voluminosa a supporto dell’istanza di scarcerazione puntando tutto su una frase contenuta nell’istanza respinta che recita testualmente: «È convincimento degli scriventi avvocati della difesa che le determinazioni maturate dal GIP siano, in significativa parte, conseguenza della mancata rappresentazione, come in premessa anticipato, nella richiesta di applicazione del fermo/custodia avanzata dal Pubblico Ministero, di importanti (e oggettivi) elementi la cui valutazione avrebbe condotto il Giudicante a differenti conclusioni». Ed è su questo punto, unitamente ai dubbi sollevati sul dna che ci sarà battaglia in sede di riesame nella seduta in appello fissata per martedì 14 ottobre, davanti ai giudici del Tribunale della Libertà di Brescia. Sempre legato al caso Yara Gambirasio, si conclude un altro iter giudiziario: la Corte d’Appello di Brescia ha accolto l’istanza di risarcimento per ingiusta detenzione presentata dai legali di Mohamed Fikri stabilendo un risarcimento di 9mila euro. Il muratore algerino era stato incarcerato nel 2010 a seguito di una intercettazione tradotta in modo sbagliato. L’inchiesta a suo carico è stata definitivamente archiviata.
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Il Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni ha visitato nella giornata di giovedì 2 ottobre la Vallecamoinica su invito della consigliera regionale della Lega Nord Donatella Martinazzoli di Cimbergo. Iniziando dalle incisioni rupestri della Riserva di Ceto-Cimbergo-Paspardo, per continuare poi con un denso incontro con gli amministratori locali all’Hotel 2 Magnolie di Piamborno, quindi visitando l’Olcese, il comparto delle Forge di Cividate e infine l’Incubatore d’Imprese di Cividate Camuno, il Governatore ha raccolto richieste, notizie e documentazione importante, dando per quanto possibile alcune risposte concrete.
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