Alla fine sono scattate le manette ai polsi di un 58 anni, operaio di Ardesio, con precedenti per furto e reati contro il patrimonio, autore della serie di raid nelle abitazioni di villeggianti agli Spiazzi di Gromo. Ad incastrarlo i carabinieri della stazione di Ardesio coadiuvati dal comando di Clusone. Da tempo venivano segnalati furti in quella zona, nell’ ultimo mese sono state 15 le abitazioni prese di mira, tanto che i militari avevano allertato la gente del posto, chiedendo aiuto perché venissero segnalati eventuali movimenti sospetti. Predisposto un servizio di pattugliamento in borghese, i carabinieri intercettavano, nella serata di mercoledi un’auto sospetta, un’ Opel Astra che attirava la loro attenzione essendo, a diversità delle altre, priva di neve, in un momento in cui la precipitazione aveva lasciato il segno. Verificato che ben quattro case avevano finestre rotte nel retro, i militari si attivavano alla ricerca dell’auto sospetta, che però nel frattempo si era dileguata. Subito veniva diramato l’allarme che permetteva l’ individuazione mentre stava fermandosi in un parcheggio ad Ardesio . Il 58enne veniva bloccato e controllato. Perquisita l’auto, i carabinieri trovavano parte della refurtiva dei furti compiuti nella notte agli Spiazzi. Altro materiale, dal telecomando per la tv, alla chitarra ma anche oggetti in oro e soprammobili, presumibilmente provenienti dalle case svaligiate, venivano trovati all’ interno dell’ abitazione. Immediato l’arresto per l’uomo, divorziato, già noto per precedenti reati contro il patrimonio, operaio ma di fatto senza occupazione.
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Sono ventiquattro le amministrazioni comunali, che delegati il sindaco di Piario Pietro Visini e quello di Vilminore di Scalve Guido Giudici, seguono passo passo l’evolversi delle vicende che hanno investito l’ Ospedale Antonio Locatelli di Piario. Dall’inchiesta sulle morti sospette nel reparto di Medicina che vedono indagati per omicidio preterintenzionale l’infermiera del posto, per concorso colposo in omicidio, il primario, la caposala e otto medici del reparto; e, più recente, lo scandalo del dirigente medico di Piario e Lovere, Giacomo Corica, che figura nelle carte dell’inchiesta appalti in sanità, ora sollevato dall’incarico. I rappresentati le amministrazioni hanno espresso le loro preoccupazioni al direttore generale dell’Ats (ex Asl) di Bergamo Mara Azzi e a Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Bolognini Bergamo Est, dalla quale l’ospedale “Locatelli” dipende. “ Una tempesta inopportuna”, afferma Giudici,medico in pensione che ha svolto per una vita la sua professione e tutt’ ora operativo come volontario. “Esprimiamo anzitutto, a nome di chi rappresentiamo, il senso di dispiacere per l’attacco verso il nostro ospedale che sentiamo come parte importante del nostro territorio e che ci ha portato a costruire, in passato, la figura dell’“ospedale di montagna o di frontiera”, con servizi indispensabili di primo intervento e di terapia mirati a stabilizzare ogni tipo di emergenza e a rendere meno precaria l’esistenza tra le montagne. Un tipo di ospedale, il nostro, sostenuto e difeso dalla stessa Regione Lombardia. E questa vicinanza della gente, che sente l’ospedale come suo e che soffre per la situazione attuale, la si evince facilmente parlando con le persone che spontaneamente ti avvicinano e ti dimostrano la loro stima». E ancora: «Come non dispiacersi poi di vedere sbattuti in prima pagina nomi e cognomi ed età degli operatori come se fossero pericolosi banditi, fregandosene di ogni norma di privacy e dando risalto a qualsiasi dichiarazione di chicchessia».
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