Una precisa fotografia del livello di criminalità presente nelle province di Brescia e di Bergamo, è stata tracciata questo sabato a Brescia dai magistrati in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Dopo la denuncia della carenza di personale e delle difficoltà oggettive che sono d’ostacolo alla giustizia, per cui servono ben 832 giorni per definire un processo civile e ci sono più di 5 mila procedimenti pendenti, è stato reso noto il dossier sui crimini: furti, rapine, il traffico di sostanze stupefacenti, il proselitismo, l’adesione allo jihadismo, il traffico di rifiuti, lo sfruttamento della prostituzione. Anche le nostre province non si fanno mancare nulla, nemmeno la presenza di gruppi di criminalità organizzata facenti capo ai grandi gruppi mafiosi nazionali e stranieri. Brescia si è distinta in particolare per la lotta al terrorismo internazionale e i dati confermano che gli affiliati sono in crescita: le indagini contro il proselitismo hanno permesso di scoprire 13 persone che avevano aderito allo jihadismo islamico, contro i 5 dell’anno scorso. I delitti restano invariati: 6 nel 2015 come nel 2014. Leggermente diminuiti gli omicidi stradali passati da 48 a 46 e sensibilmente diminuiti gli infortuni mortali sul lavoro, passati da 56 a 31. Come le ultime operazioni portate a termine a Montichiari e in città a Brescia, hanno recentemente dimostrato, cresce il fenomeno della prostituzione minorile e anche i reati informatici. Il reato più diffuso resta il furto che rispetto al passato, è un crimine sempre più impunito. In 6 mila casi è rimasto nel 2014, opera di ignoti. Ma a fare la parte da Leone sui furti è la bergamasca, con 74 denunce al giorno.
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