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pubblicato da antocadei
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PROCESSO BOSSETTI, TERZA UDIENZA

Nell’udienza di questo venerdì, a tenere banco in aula, è stata la testimonianza del colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma, ascoltato nell’ambito del processo a carico di Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, come consulente del pm Letizia Ruggeri. Presente in aula come sempre Bossetti – che il 28 ottobre ha compiuto 45 anni e che ha ascoltato di nuovo la discussione tornare sulle fibre rinvenute sul corpo di Yara che sono state considerate compatibili per analisi chimiche, morfologia e composizione alle fibre dei sedili del furgone dell’imputato. Di questo si era già parlato nell’udienza di venerdì scorso e questo venerdì si è approfondita la presenza, rilevata  dai Ris, delle sferette microscopiche, particelle soprattutto di ferro, trovate sugli indumenti di Yara.  Sono state individuate con uno strumento che abbina un microscopio elettronico ai raggi X e che ingrandisce le particelle 200.000 volte in più di uno strumento tradizionale. Ebbene, queste sferette sono composte di ferro e in parte di manganese e cromo.  Secondo quanto riportato dal capo dei Ris, quelle sferette furono trovate in grande quantità sotto il corpo di Yara, sul giubbino, sui leggings, sulla maglietta e sulle scarpe. Particelle che però non sono state trovate nei pressi del corpo nel campo di Chignolo d’Isola. Sono stati fatti dei test sui ragazzi dell’età della ginnasta, ma su di loro ne sono state trovate poche. Si tratta di una qualità di sferette che in particolare, si concentrano nelle aziende che la lavorano il ferro, fabbri e tornitori. Lo stesso tipo di sferette è stato trovato sui sedili del furgone di Bossetti: in ogni campione prelevato, solato ed analizzato al microscopio elettronico, sono state riscontrate migliaia di particelle che ci si aspettava di trovare nella vettura di un carpentiere. Si tratta però di un dettaglio che potrebbe, secondo l’accusa, collegare Massimo Bossetti al delitto di Brembate. L’origine delle particelle trovate sul corpo di Yara, per qualità e quantità, potrebbe essere infatti quel furgone, già al centro di opinioni contrastanti riguardo al fatto che sia stato ripreso più volte all’ora della scomparsa nei pressi della palestra.  Nel pomeriggio la parola  passata alla difesa che ha di nuovo tentato di far traballare le certezze dell’accusa, soprattutto sul punto che riguarda il Dna.

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SABATO I FUNERALI DI PAOLO

Si terranno questo sabato pomeriggio alle 14.30 a Cedegolo, i funerali di Paolo Scolari, il 46enne morto questo giovedì mattina mentre stava svolgendo dei lavori al cascinale che aveva acquistato per realizzare il suo sogno: un agriturismo nel suo paese. Da anni Paolo, infatti, lavorava nel campo della ristorazione, faceva la stagione d’estate sul Lago di Garda, d’inverno a Madonna di Campiglio. Una vita difficile, sempre lontano da casa e dagli affetti, che Paolo però faceva con passione, coltivando anche un sogno, quello appunto di realizzare una struttura tutta sua e poter tornare fra le montagne di casa a fare il lavoro che amava tanto. Per questo un anno fa aveva acquistato un rustico in località Ruk sopra Grevo e aveva cominciato piano piano i lavori di ristrutturazione. Spesso era lui stesso a realizzarli. Il suo sogno si è infranto in un grigio pomeriggio d’autunno, proprio nella casa che stava sistemando. Questo giovedì, infatti, probabilmente prima di riprendere il lavoro nella stagione invernale, aveva deciso di continuare i lavori di ristrutturazione della casa in località Ruk. Di buon mattino si è messo al lavoro. Stava probabilmente demolendo un terrazzino quando questo gli è crollato addosso schiacciandolo e uccidendolo. A trovare il corpo senza vita di Paolo, poco dopo le 13 un amico che era salito da lui per fare quattro chiacchiere e prendersi un caffè. L’uomo, raggiunta località Ruk in fuoristrada ha fatto la terribile scoperta. Ha trovato Paolo schiacciato da una pesante lastra di cemento. Ha allertato subito i soccorsi ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Sul posto anche i vigili del fuoco di Darfo e Breno, il soccorso alpino, i carabinieri di Cedegolo che dovranno far piena luce sulla disgrazia. La casetta di Ruk è stata posta sotto sequestro, mentre la salma di Paolo è tornata subito nella sua abitazione di piazzetta Garibaldi a Cedegolo. Paolo, che non era sposato, lascia un fratello e una sorella che vivono a Milano e e Verona che hanno fatto ritorno in Valle appena appreso della tragedia. Una disgrazia che ha scosso l’intera comunità di Cedegolo dove Paolo era molto conosciuto ed apprezzato.

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IN AUMENTO LE VITTIME DELLA STRADA

Dopo anni in cui le vittime delle strada erano in costante diminuzione il trend si è invertito e gli incidenti mortali sono in notevole aumento, con un picco nello scorso mese di luglio, in particolare nella fascia oraria notturna. Tra le cause l’uso dei cellulari mentre si guida, compresi invio di sms, mail e addirittura selfie. I dati rilevati da Polizia e Carabinieri, secondo quanto riporta il mensile Poliziamoderna, parlano di 972 vittime nei primi 7 mesi dell’anno (erano state 952 nell’analogo periodo del 2014) segnando un’inversione di tendenza rispetto a un trend di bilanci positivi che aveva caratterizzato oltre un decennio (2001-2013). Gli incidenti mortali sono passati dagli 879 del 2014 agli 897 dell’anno in corso. Nel mese di luglio poi sono aumentate del 70% le vittime tra i centauri, e dell’80% tra i pedoni. Agli eccessi di velocità e ai conducenti irresponsabili, al volante dopo abusi di alcol e droghe, si aggiunge – secondo la Polstrada – un ulteriore elemento di distrazione, quello legato alla tecnologia, che distoglie l’attenzione dalla guida per fare contemporaneamente anche altro: messaggiare, scrivere email e addirittura scattare selfie. Una ricerca dell’Istituto francese di statistica ha rilevato che la distrazione per ascolto telefonico durante la guida determina una riduzione dal 30 al 50% delle informazioni percepite dalla strada. Stress e distrazione stanno creando soprattutto nei tratti urbani, i più colpiti dall’aumento dell’incidentalità, un deficit d’attenzione negli automobilisti che risulta letale. Tra le cattive abitudini in auto inoltre c’è il mancato uso della cintura di sicurezza, un optional per molti italiani, soprattutto nei sedili posteriori dove i passeggeri, contravvenendo all’obbligo .

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AL SENATO IL REATO DI OMICIDIO STRADALE

Deve tornare al Senato, in quanto alla Camera ha subito delle modifiche rispetto a quello approvato a Palazzo Madama, il testo relativo al reato di omicidio stradale. In particolare, resta la pena già prevista oggi (da 2 a 7 anni) nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il codice della strada. Ma la sanzione penale sale sensibilmente nel caso in cui  la persona guidi in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischiando da 8 a 12 anni e fino a 18 nel caso in cui il decesso riguardi più persone.

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ACCORDO PREFETTURA-CARITAS PER 100 PROFUGHI

La Prefettura di Brescia ha siglato un accordo con la Caritas per cento posti di prima accoglienza e assistenza per migranti. Delle 73 parrocchie che hanno avviato un accordo con Caritas, solamente sette si sono dichiarate impossibilitate ad accogliere stranieri. Al momento 31 richiedenti asilo sono accolti in parrocchie della provincia di Brescia, mentre 17 sono le disponibilità immediate e 39 le disponibilità a breve da parte di quelle parrocchie che stanno completando la messa a norme di strutture per l’accoglienza. Oltre alle parrocchie anche sei ordini religiosi hanno manifestato la volontà di accogliere i profughi destinati al territorio bresciano.

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IN CAMMINO VERSO L’ALTRO

Questo sabato a Brescia, organizzato dal Coordinamento Provinciale Asilo del Forum Terzo Settore e la consulta per la pace del comune di Brescia è in programma una marcia per sostenere il diritto alla fuga e il dovere dell’accoglienza. Il ritrovo è fissato per le 14.30 in Piazza Loggia. Sono numerose anche dalla Valle Camonica le persone che hanno aderito all’iniziativa, si tratta di un primo progetto che vedrà sviluppare altre manifestazioni sul territorio da qui ad un anno. L’idea è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema dell’accoglienza dopo l’aumento esponenziale di persone che stanno abbandonato i loro paesi, costretti alla fuga dalla guerra. Lo scorso anno sulle coste italiano ne sono sbarcate oltre 170 mila.

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UNA RETE ROSA CONTRO LA VIOLENZA

L’amministrazione comunale di Darfo Boario Terme, con la commissione cittadina per le pari opportunità e l’Asl di Valle Camonica e del Sebino, nell’ambito delle iniziative promosse dal progetto “La scuola della salute per una valle della salute”, organizzano questo venerdì sera alle 20.30, al Centro Congressi di Boario, il convegno “Rete Rosa”: collaborazioni, percorse e prospettive per il benessere della donna. Focus sulla violenza contro le donne. Si parlerà della violenza, di come riconoscerla e di come intervenire e del modo di sviluppare una rete a difesa delle donne vittima di violenza. Il convegno si concluderà con una tavola rotonda sul tema.

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