La crisi che colpisce da anni il settore tessile lombardo e italiano da anni sta mettendo a rischio la tenuta dello storico stabilimento “NK” e, recentemente, ad aggravare la situazione si è registrata la disdetta del contratto per le commesse per conto de “I cotoni Albini”, leader bergamasco a livello nazionale nel comparto. Da qui la concreta prospettiva della chiusura dello stabilimento di Ceto, attivo dal 1956, e la perdita di 70 posti di lavoro (erano 102 prima delle procedure di mobilità e, al momento, i dipendenti lavorano in regime di solidarietà, procedura aperta fino a fine 2016). Il confronto di questo giovedì è servito per capire soprattutto, le motivazioni del Gruppo Albini di Bergamo, principale committente della NK, che ha deciso di interrompere prima del tempo, il contratto di collaborazione siglato con l’azienda camuna, per la produzione di filati di alta qualità. La motivazione, ribadita in Commissione questo giovedì, è quella di una perdita di mercato del prodotto realizzato nella filatura di Valle Camonica, che non consentirebbe di ripagare gli investimenti fatti e di andare avanti. Nel progetto entrambe le aziende si sono impegnate con investimenti importanti sui macchinari e sulla produzione. Anche i dipendenti della NK hanno accettato un orario continuo 7 giorni su 7 e hanno sottoscritto un contratto di solidarietà. Ma se il Cotonificio Albini confermasse la sua decisione, la NK sarebbe di nuovo in crisi e i suoi 70 lavoratori resterebbero senza lavoro. Sia i rappresentanti della “NK” che dei “I cotoni Albini” hanno dipinto uno scenario poco rassicurante circa una positiva soluzione a breve termine della crisi per l’andamento globale del comparto, per l’insostenibilità dei costi in Italia, per la competitività della produzione all’estero, a partire dalla Turchia.
dal giornale online: Più Valli TV – News
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