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NUOVI PARTICOLARI SUL CASO BOZZOLI

Ancora nessuna notizia certa su Mario Bozzoli, l’imprenditore di Marcheno scomparso nel nulla dopo le 19.17 di giovedì 8 ottobre, ora dell’ultima telefonata alla moglie con la quale doveva uscire a cena. In fabbrica è rimasta la sua auto, i suoi abiti nello spogliatoio e gli effetti personali. Da allora le ricerche si sono concentrate all’interno dell’acciaieria di cui Mario è titolare con il fratello Adelio. Il Procuratore Capo della Repubblica di Brescia Tommaso Buonanno da giorni ripete che all’interno dell’azienda si sta cercando un corpo. Anche nella giornata di lunedì 26 ottobre l’azienda è stata passata al setaccio. Si tratta della terza settimana di indagini la terza settimana di indagini che però registra una svolta rispetto ai giorni scorsi: i carabinieri, infatti, stanno ascoltando o dipendenti dell’azienda per verificare se corrispondono a verità le voci di paese su un violento alterco finito alle mani tra Mario Bozzoli e un nipote figlio del fratello Adelio. All’episodio, che si sarebbe verificato una settimana prima della scomparsa dell’imprenditore, avrebbero assistito alcuni dipendenti. In particolare, uno degli operai della ditta che il giorno della scomparsa di Bozzoli ha terminato il turno alle 18, è stato ascoltato per circa 3 ore dai carabinieri: gli investigatori hanno cercato di ottenere indicazioni dettagliate sul clima tra i due titolari della fabbrica negli ultimi tempi. Adelio Bozzoli con i due figli, infatti, aveva deciso di dividere la società e costruire un nuovo capannone a Bedizzole. Il Procuratore capo ora attende deu relazioni da lui ritenute fondamentali: quella dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo che anche ieri ha lavorato all’interno della Bozzoli metalli di Marcheno con una unità cinofila e con la squadra Scientifica dei Carabinieri che hanno passato in rassegna circa 300 sacchi di scorie su cui effettuare i primi rilievi scientifici. E la seconda relazione attesa è quella di Cesare Cibaldi, esperto di metallurgia, che ieri è rimasto in fabbrica circa cinque ore accompagnando gli inquirenti intorno al forno numero tre, lo stesso governato da Giuseppe Ghirardini (l’operaio scomparso e trovato cadavere domenica 18 ottobre alle Case di Viso di Pezzo di Ponte di legno) e che la sera in cui Bozzoli è stato inghiottito dalla fabbrica è andato in tilt dando una «fumata anomala». In base alle sue valutazioni gli inquirenti opteranno per la possibilità di spegnere e svuotare il contenuto del crogiolo. In questi giorni gli inquirenti hanno effettuato controlli sui movimenti bancarie sui bilanci della ditta. In particolare la Procura avrebbe chiesto agli agenti della Guardia di Finanza di incrociare i dati della merce stoccata in magazzino con quella messa nei documenti in uscita. Si stanno verificando anche le dichiarazioni della moglie di Mario Bozzoli secondo le quali il marito sospettava che i nipoti potessero sottrarre materiale alla ditta per finanziare i lavori dell’edificio in costruzione a Bedizzole. Secondo i primi dati degli esami tossicologici ci sarebbero risposte chiare e oggettive che escluderebbero cause terze per l’improvvisa morte di Ghirardini: un malore acuto o un infarto improvviso, con le basse temperature della notte alle Case di Viso tra la neve, sarebbero la causa del decesso.

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RIMANE GRAVE BARBARA ZANINI

Rimane in coma farmacologico e le sue condizioni restano gravi, ma la speranza è che il tempo che passa possa portarla fuori pericolo. A Clusane fanno tutti il tifo per Barbara Zanini, la 33enne iseana vittima del tentato omicidio di Imperia: a sparare un carabiniere 32enne, Alessio De Palmi, che dopo aver rivolto l’arma non di ordinanza, una calibro 38 regolarmente detenuta, contro la giovane donna, poi si è ucciso. L’uomo pare fosse esasperato dalla 33enne che lo chiamava a casa mettendo in crisi il suo matrimonio. Avrebbe tentato di porre fine all’amicizia con Barbara Zanini, la avrebbe raggiunta di notte e armato, nel sui appartamento ad Arma di Taggia dove la 33enne viveva da qualche mese. Dopo la lite, gli spari e quindi la tragedia. L’appuntato è stato trovato morto dai suoi colleghi carabinieri. La vita della 33enne è invece in mano ai medici dell’ospedale di Pietra Ligure.

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CHIESTA L’ ASSOLUZIONE PER LOCATELLI

«Assoluzione perché il fatto non sussiste, o non costituisce reato». Questa la richiesta presentata dalla difesa di Pierluca Locatelli, principale protagonista nel processo sul presunto traffico di rifiuti nel sottofondo della tangenziale di Orzivecchi. Assoluzione è la richiesta mossa anche dai legali degli altri imputati. L’avvocato Roberto Bruni, che assiste Locatelli e la moglie Orietta Rocca, ha replicato alle ricostruzioni dell’accusa per poi aggiungere: «Sono fatti che risalgono al 2010, quando già il settore era in crisi». Se ci fossero illeciti sarebbero quindi stati commessi per cercare di salvare l’azienda e i posti di lavoro. Sulla richiesta dell’accusa che, nella precedente udienza ha invocato una condanna a sei anni e tre mesi di reclusione, ha tuonato: «Locatelli ha già pagato, e tanto». Le inchieste hanno «distrutto la sua azienda, e mandato a casa i suoi operai. Non è più lui: da imprenditore di successo ora è una persona che sbarca il lunario. È già stato bastonato abbastanza». Se proprio ci fossero delle responsabilità, sarebbe al massimo inadempimento colposo. Il giudice potrebbe pronunciarsi già nella prossima udienza, fissata per il 3 novembre. Frode, truffa e traffico di rifiuti le accuse mosse dalla Procura bresciana. Sul «giro bolla» l’avvocato Bruni ha rilevato: «Non è provata, se ci fosse stata la prima preoccupazione sarebbe stata costruire documenti di trasporto insospettabili». Aggiungendo: «Sono stati sentiti 13 autisti, non hanno motivo di avere un atteggiamento benevolo verso di lui, e hanno dichiarato di non averlo fatto». Gli orari sui documenti e le firme disconosciute? «La stampante di Biancinella spesso si bloccava, quindi si dava all’autista la bolla e poi i documenti di trasporto venivano stampati in successione». Sulla modifica delle condizioni contrattuali «lo stesso legislatore cerca di incentivare l’uso dell’Mps». La collega Marina Zanin, norme alla mano, ha messo l’accento sulla questione della granulometria: «Le scorie non dovevano rispettarle perché il decreto non lo chiede». Inoltre «nessuno ha saputo dirci dove è indicato questo limite nel contratto d’appalto, perché non c’è».

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SINDACI E DEPUTATI A CONFRONTO

La Legge di stabilità approda in Parlamento. Domenica scorsa il presidente Mattarella ha firmato il testo approvato dieci giorni fa dal Consiglio dei ministri ed ora il documento sarà inviato per il parere preliminare alla commissione Bilancio che si riunirà nei prossimi giorni. Sempre nei prossimi giorni a Palazzo Madama si definirà il calendario dell’esame del provvedimento in Senato. Al centro dell’attenzione: tagli, difficoltà nella fiscalità locale, riforme, e mancanza di una normativa ad hoc per i piccoli Comuni, questioni che da tempo limitano e incidono negativamente sull’attività degli Enti locali. L’Associazione Comuni Bresciani, sede di confronto e portavoce di bisogni e istanze dei propri associati intende fare il punto sulla situazione e stabilire come procedere: lo farà venerdì 30 ottobre nel corso di un incontro con i Parlamentari bresciani chiamati ad ascoltare e raccogliere richieste e osservazioni dei Comuni. Ai Parlamentari verrà presentato un documento che sintetizza le problematiche emerse sul territorio e che vuole essere di concreto sostegno nella presentazione al Governo delle istanze provenienti dalle Amministrazioni locali, in particolare modo dai piccoli Comuni.

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AGRICOLTURA IN TERME

Successo di partecipazione e di pubblico per la prima edizione della Fiera Zootecnica di Angolo Terme abbinata ai mercatini dei prodotti tipici. Una tradizione che ritorno, dopo anni di abbandono dell’iniziativa. A riproporla è stata la commissione agricoltura che per l’organizzazione si è avvalsa anche della collaborazione della Pro Loco. Una trentina gli espositori che hanno accolto l’invito degli organizzatori. Ad ospitare la manifestazione il parco delle terme. Numerosi i capi in esposizione, bovini, caprini, ovini, ma anche asini e cavalli. Numerossisimi gli espositori con attrezzi e macchine agricole all’esterno, sul piazzale, con prodotti tipici dentro il parco. Vino, olio, frutta, ortaggi, miele, marmellate, castagne, mele, dolci, zafferanno formaggi.

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FALSI ALLARMI CARNE, A RISCHIO 180MILA POSTI

“I falsi allarmi lanciati sulla carne mettono a rischio 180mila posti di lavoro in un settore chiave del Made in Italy a tavola, che vale da solo 32 miliardi di euro, un quinto dell’intero agroalimentare tricolore”. A denunciarlo è il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, sottolineando che lo studio dell’Oms sul consumo della carne rossa sta creando una campagna allarmistica immotivata per quanto riguarda il nostro Paese, soprattutto se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, è diversa e migliore e che i cibi sotto accusa come hot dog e bacon non fanno parte della tradizione nostrana. Nel nostro Paese i modelli di consumo della carne – sottolinea Moncalvo – si collocano perfettamente all’interno della Dieta Mediterranea che, fondata su una alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi, è il segreto alla base dei primati di longevità degli italiani, con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini.  Le carni Made in Italy sono – sottolinea la Coldiretti – più sane, perché magre, non trattate con ormoni, a differenza di quelle americane, e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione “Doc” che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali.

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