SI ATTENDE L’AUTOPSIA SU GHERARDINI


Si attende l’autopsia sul corpo di di Giuseppe Ghirardini, il 50enne di Marcheno, il cui corpo è stato ritrovato domenica pomeriggio attorno alle 14.00 riverso in posizione prona accanto al torrente Arcanello nelle vicinanze della colonia delle Case di Viso sopra Pezzo in comune di Ponte di Legno. Indossava gli stivali ed era vestito: in tasca aveva un pacchetto di sigarette ed una bottiglietta di gatorade. Dalla prima indagine sul cadavere non erano emersi segni particolari di ferite, abrasioni o contusioni. Con il passare delle ore si fa sempre più strada l’ipotesi di una morte per malore improvviso. Ghirardini era sparito dalla sua casa di Marcheno dalla serata di mercoledì 14 ottobre: all’indomani avrebbe dovuto presentarsi al pm titolare dell’indagine della scomparsa di Mario Bozzoli, suo datore di lavoro alla Bozzoli srl di Marcheno. Ghirardini, addetto ai forni, sarebbe stato uno degli ultimi ad averlo visto. Giovedì però Ghirardini era irreperibile: venerdì mattina quando il suo cellulare è stato rintracciato dalla cella telefonica del Monte Altissimo di Borno che copre la zona del Maniva, Dasdana, Crocedomini. In serata la sua auto, una Suzuki Gran Vitara, è stata rintracciata parcheggiata lungo lo sterrato della Tonalina sopra Ponte di Legno verso le Case di Viso, chiusa dall’esterno. Sabato le indagini hanno scandagliato le zone vicine al punto del ritrovo dell’auto: domenica la ricerca si è spostata lungo la Tonalina e addirittura fino al Rifugio Bozzi. Il ritrovamento del corpo è avvenuto da parte del nucleo SAF dei vigili del fuoco con un cinofilo della zona: sul luogo del ritrovamento gli inquirenti hanno lavorato a lungo, fino a mezzanotte: i Carabinieri del Nucleo investigativo con gli esperti del Ris di Parma, giunti dopo le 20.00, hanno raccolto quanto più materiale possibile per le indagini in corso. Alle ricerche hanno partecipato i Carabinieri di Breno e di Ponte di Legno, i Carabinieri con cani molecolari, il Soccorso alpino della Guardia di Finanza, i Vigili del fuoco con specialisti Tas, i tecnici della Va Delegazione bresciana del Soccorso alpino e speleologico, la Polizia provinciale, la Polizia locale, il Corpo forestale dello Stato, la Protezione Civile dell’alta Vallecamonica e numerosi cinofili valligiani. La zona è stata transennata e interdetta a tutti per permettere i rilievi in piena sicurezza: attorno a mezzanotte la salma è stata trasferita all’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Brescia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Nel frattempo le indagini sono riprese anche all’interno della Bozzoli srl: Mazio Bozzoli, infatti, manca all’appello dalle 19.00 di giovedì 8 ottobre.

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SVOLTA NEL GIALLO DI ALBINO?


Potrebbe essere vicina la soluzione del giallo di Albino quello che ha visto, domenica 11 ottobre il ritrovamento di un’auto completamente bruciata in una stradina di campagna del paese, all’interno il corpo di un uomo anche questo completamente carbonizzato. Se non c’è ancora la conferma del DNA, attesa a giorni, pare che gli inquirenti non abbiano ormai nessun dubbio sull’identità dell’uomo trovato cadavere nell’auto andata completamente distrutta dalle fiamme. Dovrebbe essere quello del suo proprietario, l’ucraino Vasyl Nykolyuk, 32 anni, moglie e un figlio tornati in patria per un periodo, un lavoro, una casa a Bergamo, in Italia da una decina di anni e introvabile proprio dalla notte di domenica. Ora è caccia ai due uomini, un 20enne e un 40enne, connazionali di Vasyl che sabato avrebbero trascorso la serata e parte della notte con lui. Scomparsi pure loro, anzi no, probabilmente rientrati in patria, proprio prima che gli inquirenti che stanno seguendo il caso facessero irruzione nell’appartamento di Stezzano dove vivevano. Ovviamente la loro improvvisa scomparsa non fa altro che alimentare i sospetti che possano essere implicati nel delitto. Un delitto che potrebbe essere scaturito da una banale lite o avere un movente passionale. I tre, infatti, Vasyl e i suoi due amici, sarebbero stati, infatti, tra sabato e domenica notte, in un locale insieme ad altri tre connazionali, due donne e un uomo. A queste deduzioni gli inquirenti sarebbero arrivati dopo aver visionato i filmati di sorveglianza sia pubblici che privati, aziende e distributori di benzina, telecamere di sorvegliana, nei pressi del luogo del ritrovamento, ma anche a Stezzano, dove si trova l’appartamento dei due ucraini scomparsi e a Curno dove Vasyl sarebbe stato visto vivo per l’ultima volta attorno alle 5 di domenica mattina. Probabilmente poco prima di essere ammazzato, essere messo nella sua auto che trasferita poi nella zona di campagna di Albino sarebbe stata data alla fiamme. Pare che sui filmati – sui quali nelle ultime ore gli inquirenti si sono soffermati a lungo – ci sia qualcosa che potrebbe essere molto utile per risolvere il mistero dell’auto e del corpo carbonizzati.

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CACCIA NELL’OASI, BRACCONIERE NEI GUAI


Ancora una bracconiere nella rete della Polizia Provinciale di Bergamo. Dopo la denuncia di sei cacciatori bresciani pizzicati la scorsa settimana durante una battuta di caccia clandestina in Valle di Scalve, questa volta a finire nella rete delle forze che si occupano di protezione e tutela della fauna selvatica è stato un uomo sorpreso a cacciare nell’oasi di protezione di Ranica dove la caccia è assolutamente vietata. Numerosi i reati contestati all’uomo, sia di natura penale che amministrativa: caccia in zona di divieto, uso di armi e mezzi di caccia illegali, caccia senza autorizzazione, mancato versamento delle tasse per la pratica della disciplina venatoria. Si tratta, ancora una volta, di un’operazione congiunta tra agenti della Polizia provinciale e guardie venatorie volontarie. Nel corso dell’operazione è stato trovato anche un impianto abusivo per la cattura di avifauna, costituito da una rete per l’uccellagione di 15 metri, tesa tra le piante di un orto. L’uomo aveva anche e accertata richiami vivi non autorizzati e aveva catturato specie protette tra cui pettirossi, trovati nella rete. Il bracconiere è stato denunciato e tutto il materiale sequestrato: due fucili da caccia, munizioni, richiami acustici, tutta la fauna abbattuta.

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