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pubblicato da marenagram
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Un pakistano di 29 anni, residente a Paratico, è morto questo venerdì mattina a Sarnico a causa di un malore mentre era in sella a una bicicletta. È successo verso le 11,45 in località Fosio, alla periferia del centro lacustre. L’extracomunitario si è sentito improvvisamente male mentre pedalava e si è accasciato al suolo. Alcuni passanti hanno visto la scena e hanno immediatamente lanciato l’allarme. Con i carabinieri e la polizia locale sono intervenute l’automedica e l’ambulanza del 118, lo staff medico si è prodigato per rianimare il 29enne, ma purtroppo per il giovane non c’è stato purtroppo nulla da fare.
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L’indagine per omicidio partita dal ritrovamento del cadavere carbonizzato nell’Opel Vectra bruciata all’alba di domenica sul monte Misma ad Albino e dalla contemporanea scomparsa del proprietario dell’auto, l’ucraino Vasyl Nykolyuk, 33 anni, di cui non si ha più traccia sempre da domenica mattina, si è spostata a Stezzano. Sotto sequestro un appartamento e il relativo garage di uno stabile posto in via Zanchi 4, abitato da un connazionale, amico di Vasyl, anch’esso proprietario di una Opel. L’ uomo fino a ieri irreperibile risulta però non indagato, mentre gli inquirenti sono alla ricerca di altri cittadini ucraini che potrebbero però essere già rientrati in patria. All’appartamento, posto al primo piano, sono stati posti i sigilli. In quei locali, infatti, nella notte di sabato potrebbe essere nata una lite degenerata e culminata con l’omicidio di Vasyl, ammesso che il corpo trovato carbonizzato sia il suo. Difficile al momento dirlo. L’esito del test del Dna, atteso per giovedì, non è ancora uscito dai laboratori dei carabinieri del Ris di Parma. Intanto ieri mattina è stata eseguita l’autopsia sul cadavere carbonizzato: l’esame ha escluso che la vittima abbia subito traumi violenti, ovvero sia stata raggiunta da coltellate o colpi di pistola e probabilmente nemmeno da corpi contundenti al capo. Non risultano infatti ossa spezzate e probabilmente l’uomo non era nemmeno legato quando è stato lasciato all’interno dell’auto. Non è ancora stato chiarito, invece, se fosse ancora vivo, anche se privo di coscienza, nel momento in cui è stata bruciata l’auto: le condizioni dei resti non hanno infatti permesso al dottor Marco Ballardini, dell’Istituto di medicina legale di Pavia, di verificare la presenza di ossigeno nei polmoni. Serviranno quindi alcune settimane, questo il tempo necessario per le analisi dei tessuti prelevati dal cadavere. I prelievi permetteranno di ricostruire anche se, nel momento della morte, la vittima avesse assunto sostanze alcoliche o droghe. Gli inquirenti parrebbero propensi all’ipotesi che la vittima sia proprio Vasyl Nykolyuk, il muratore trentatreenne che abitava in via Berizzi 25 a Bergamo, nel quartiere dell’ex Magrini,di cui si è persa ogni traccia. Nell’indagine stanno operando, oltre ai militari del nucleo investigativo di Bergamo, anche quelli della compagnia di Clusone, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Pansa.
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Massimo Bossetti, questa mattina è tornato nuovamente in aula, al Tribunale di Bergamo.dove si sta celebrando il processo, per l’ omicidio di Yara Gambirasio. E’ stato un faccia a faccia con l’uomo che lo fermò il 16 giugno dell’anno scorso, nel cantiere di Seriate. Ci riferiamo al maggiore dei carabinieri, Riccardo Ponzone. «Simulammo un intervento per verificare la presenza di lavoratori in nero, ha spiegato l’ufficiale, tutti rimasero fermi, stupiti. L’unico che manifestò preoccupazione e si mosse, lungo il ponteggio, fu il signor Bossetti». Ponzone a quel punto decise di arrampicarsi sul ponteggio perché aveva paura che fuggisse: «Quando lo ho raggiunto gli ho chiesto:sei italiano? Stai fermo». «Lui – ha continuato Ponzone,ha fatto segno di sì, si è girato ed è corso verso il primo piano. L’ho inseguito, ma poi è stato bloccato dai miei colleghi. Si è fermato e non ha opposto resistenza».L’avvocato Salvagni, terminata l’udienza, ha ribadito che Bossetti non ha mai tentato di scappare: tanto che il gip non aveva convalidato il fermo per insussistenza del pericolo di fuga. È stato tenuto infatti in carcere solo per i gravi indizi di colpevolezza. Fra il 19 settembre e il 26 novembre del 2010 il cellulare di Massimo Bossetti agganciò la cella di Chignolo d’Isola 13 volte. Nei cinque mesi dopo la sparizione di Yara – avvenuta il 26 novembre del 2010, il cellulare del carpentiere ha invece agganciato la stessa cella ben 195 volte. Sono state 118 mila le utenze telefoniche controllate nel corso delle indagini sulla tragica morte della piccola Yara, vale a dire il telefono di un bergamasco su 10. Poi le indagini si sono concentrate sulle utenze di Bossetti e della moglie Marita. In particolare è stato evidenziato che fra il 21 e il 28 novembre 2010, Yara era scomparsa il 26 novembre, non compare alcuna telefonata, a testimoniare – secondo l’accusa – di un raffreddamento dei rapporti, in considerazione del fatto che fra settembre 2010 e maggio 2011Bossetti e la moglie si sentivano almeno una o due volte al giorno. Quattro i cellulari sequestrati a Bossetti, finiti nei laboratori per una consulenza dei carabinieri del Raggruppamento investigazioni scientifiche (Racis) di Roma.
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Sei bresciani nei guai in Valle di Scalve per una battuta di caccia in zona non autorizzata e per l’abbattimento di specie non consentite. E’ successo al Passo dei Campelli grazie ad un’operazione congiunta – scaturita in seguito alle segnalazioni dei cacciatori della zona – degli uomini del Nucleo Ittico/Venatorio e la vigilanza venatoria volontaria coordinata dalla Provincia di Bergamo. Sono molti gli illeciti contestati ai sei cacciatori – tutti bresciani, residenti tra la Valle Camonica e la Val Trompia. Oltre a cacciare in un comprensorio per il quale non avevano l’autorizzazione i sei cacciatori bresciani hanno sparato anche in una zona di divieto assoluto di caccia per la presenza di un valico montano di tutela delle rotte di migrazione. Durante il controllo sono stati rinvenuti, occultati dagli stessi cacciatori ma non sfuggiti ai binocoli della Polizia provinciale, due esemplari di gallo forcello abbattuti nel corso della battuta di caccia: uno dei sei, invece, è stato fermato subito dopo l’abbattimento di un esemplare di coturnice, specie non cacciabile in Valle di Scalve in quanto presente con una popolazione esigua e quindi oggetto di particolare tutela. Ai sei cacciatori in trasferta senza autorizzazione sono stati contestati, lo sconfinamento, la caccia senza autorizzazione e in zona di divieto, la mancata annotazione dei capi sul tesserino. Le prede sono state sequestrate così come il fucile e le munizioni utilizzate per l’abbattimento della coturnice. "Si tratta – spiegano dalla Polizia Provinciale – di un’operazione importante che va in primo luogo nella direzione della tutela della fauna selvatica di pregio come la coturnice e il gallo forcello che è possibile solo con piani condivisi con l’Istituto Superiore per la Ricerca ambientale di Bologna, ma si tratta anche di un’operazione di salvaguardia nei confronti dei cacciatori della Valle di Scalve che collaborano con la polizia provinciale.
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44mila giocatori problematici, 126 cittadini lombardi in ospedale nel 2014 per ludopatia, un quindicenne su sette che ha giocato almeno una volta nei trenta giorni precedenti la rilevazione. Sono alcuni dei dati al centro del seminario sul gioco d’azzardo patologico presentati al Comitato paritetico di controllo e valutazione e alla Commissione Sanità e Attività produttive della Regione. A fotografare il problema, Éupolis, Ored (l’Osservatorio regionale sulle dipendenze) e molte Asl. L’obiettivo dell’incontro era capire se la legge regionale di contrasto alla ludopatia è efficace: ovvero se le restrizioni, che vietano ad esempio la presenza dello slot machine nei locali nei pressi delle scuole e che prevedono anche la formazione dei gestori dei locali accanto a personale specializzato, per riconoscere i sintomi della dipendenza, sono misure messe in pratica e sono sufficienti ad eliminare il problema. Il rischio infatti è che lo spostino solamente. E soprattutto, la Polizia locale interviene? Il marchio no-slot funziona? Secondo i dati presentati, c’è davvero ancora molto da fare. Su 44 mila giocatori lombardi, solo 2100 si rivolgono ai servizi offerti dalla Regione in materia di dipendenza da gioco da azzardo e questo è significativo della poca cultura della possibilità di cura, ma anche della scarsa consapevolezza. Il dato preoccupante riguarda in particolar modo i giovani: se il 13,5% dei quindicenni lombardi dichiara di aver giocato almeno una volta nei 30 giorni precedenti l’intervista, vuol dire che giocano sempre. Secondo la Caritas, Sono i ludopatici la nuova emergenza sociale. Un indagine condotta con i centri d’ascolto Caritas italiani, conferma che le vittime preferenziali del gioco d’azzardo sono proprio le persone con minori risorse economiche e culturali. Condizione che rischia di appesantire ulteriormente il grado di sofferenza sociale diffuso nel territorio. Tuttavia, la ricerca mette in luce soltanto la punta dell’iceberg. Anche in Valle Camonica la ludopatia è un fenomeno sempre più sentito che distrugge la vita di chi ne soffre e spesso anche dei suoi cari. I numeri indicano un coinvolgimento delle persone in tutte le fasce d’età, ma con una prevalenza tra i 45 e i 60 anni.
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Cavalgrigna quinta edizione a Berzo inferiore in località Marucche sabato 17 e domenica 18 ottobre: si tratta di un’antica tradizione della valle che addirittura compete con la blasonata Travagliato cavalli. Quest’anno ci sarà anche un ricordo particolare per Enzo Antonini, noto veterinario della Vallecamonica scomparso questa estate prematuramente, animatore della cultura del cavallo e grande sostenitore delle iniziative legate al mondo equino. Cavalgrigna è anche un momento di approfondimento della conoscenza del mondo del cavallo e dell’avvicinamento ad esso con un atteggiamento responsabile e umano. Alla manifestazione saranno presenti alle le scuole primarie dell’istituto comprensivo Romanino di Berzo e Bienno oltre ai ragazzi della cooperativa sociale Arcobaleno di Breno. Si inizia sabato 17 ottobre alle 7.00 con l’apertura degli stand: quindi attività con cavallo maremmano, rase asinine e razze agricole e vetrina del cavallo Haflinger; il pomeriggio è caratterizzato da attività con il cavallo e la sera musica con spettacoli equestri. Il programma si ripete domenica 18 ottobre; nel pomeriggio dalle 14.00 valutazioni dei cavalli e al sera cena conviviale di chiusura.
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