
pubblicato da mattiamusati
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Coltivare cannabis, ultimamente, va per la maggiore, ecco perché i carabinieri della compagnia di Breno, oltre ai soliti controlli contro lo spaccio, hanno intensificato le operazioni sul territorio e tengono d’occhio i sospetti. Ed è così che anche nell’ultimo fine settimana due camuni sono finiti nella rete degli uomini dell’Arma. Si tratta di un 50enne sorpreso a spacciare mentre doveva essere agli arresti domiciliari e di un 30enne, anche lui una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, che coltivava cannabis nel giardino di casa. Le operazioni sono state condotte dai carabinieri di Darfo e da quelli di Pisogne. Sono stati questi ultimi a pizzicare il flagranza un 32enne che a Piancamuno coltivava cannabis indica nel giardino di casa. Le tre piante rinvenute, ognuna di un metro e mezzo, erano giunte a maturazione con l’infiorescenza pronta per essere raccolta. Raccolto che il 32enne, finito in manette, non potrà fare. A Darfo, invece, a finire in manette è stato un 52enne camuno, pluripregiudicato. Le accuse nei suoi confronti sono di spaccio e di evasione. L’uomo, infatti, è stato intercettato nel fine settimana dai carabinieri della stazione di Darfo, durante un controllo di routine, mentre si trovava nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale della città. Poiché il 52enne ha il permesso di uscire solo durante i giorni feriali per recarsi al lavoro e nel fine settimana deve rispettare gli arresti domiciliari, i carabinieri lo hanno fermato e controllato. Non solo era evaso, ma probabilmente stava spacciando. Nella sua abitazione, infatti, sono stati trovati 30 grammi di eroina, di cui una dose pronta per lo spaccio. Ai polsi del 52enne sono scattate le manette.
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Un 30enne disoccupato di Sovere sarebbe finito in manette sabato scorso quando i carabinieri della stazione di Sovere avrebbero fatto irruzione in casa sua. Da tempo i movimenti del 30enne erano parsi sospetti e da tempo era sorvegliato. In passato era già stato segnalato come consumatore di droga e il via vai di potenziali clienti dalla sua abitazione non è passato inosservato ai carabinieri che sabato avrebbero quindi deciso di entrare in azione trovano all’interno dell’abitazione del 30enne, che vive con i genitori, un mini laboratorio per acidi e droghe varie: una piccola raffineria che tra acido, fumo, marijuana e hashish, solo negli ultimi due giorni gli avrebbe fruttato almeno 5 mila euro posti sotto sequestro. Da fiori e foglie di marijuana il 30enne sarebbe stato in grado di ottenere pasta e olio di hashish e sarebbero stati sequestrati padellini, spatole e coltellini utilizzati per la lavorazione della droga, il bilancino di precisione e diverse bottigliette di vetro piene di semi di oppiacei. I militari avrebbero anche trovato 300 francobolli di Lsd imbevuti di acido detti “cartoni” e pronti per essere venduti. Pare che il trentenne disponesse di ben 5 telefoni cellulari per gestire il suo business. Un giro d’affare che gli è costato alla fine l’arresto.
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