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13 MLN DI EURO PER I COMUNI DI CONFINE
I Comuni di confine lombardi riceveranno 13 milioni di euro: a ciascuno dei 13 Enti andrà 1 milione di euro, sulla base dei progetti presentati, finalizzati alla realizzazione di interventi di sviluppo locale". Ad annunciare la decisione assunta dal Comitato del Fondo Comuni di confine, riunito lo scorso 27 luglio sotto la presidenza di Roger De Menech, è il sottosegretario alla Presidenza con delega alla Montagna Ugo Parolo, presente all’incontro, a fianco del presidente Roberto Maroni, per Regione Lombardia. "Il Comitato – precisa Parolo – ha approvato all’unanimità tutti i progetti presentati dai Comuni lombardi, 11 bresciani e 2 dell’Alta Valtellina, per un totale, appunto, di 13 milioni di euro". Tra le altre decisioni assunte dal Comitato, annota Parolo, sono stati approvati, "in un clima di grande collaborazione istituzionale con le Province autonome, le graduatorie del Fondo, relative agli anni 2013 e 2014, per gli interventi proposti dai Comuni". Il Comitato ha anche approvato i criteri per il finanziamento degli interventi di area vasta e, nelle prossime settimane, sarà cura di Regione Lombardia, attraverso il sottosegretario Parolo, coinvolgere i Comuni e le Province interessate al fine di definire un unico progetto strategico delle aree di confine lombarde, composto da più linee di intervento per ciascuno dei territori, per riuscire a intercettare la maggior possibilità di finanziamento per i territori lombardi. E’ stata inoltre unanimemente riconosciuta dal Comitato la strategicità del territorio del Parco dello Stelvio – fa notare in conclusione Parolo -, per il quale, per un triennio, sono stati assicurati nuovi investimenti per 4,5 milioni di euro, integrativi rispetto al Fondo dei Comuni e dei progetti strategici". Tra i 13 Comuni lombardi che riceveranno ciascuno 1 milione di euro, a fronte dell’approvazione dei loro progetti, in Valle Camonica ci sono Breno, Ceto, Cevo, Ponte di Legno e Saviore dell’Adamello.
I PROGETTI FINANZIATI
Ecco i progetti finanziati. A Breno le opere di completamento del cinema teatro Giardino; a Ceto la riqualificazione del centro storico mediante il recupero dell’ex Municipio e realizzazione di un nuovo parcheggio e la riqualificazione potenziamento della viabilità e nuovi parcheggi a servizio del cimitero di Nadro; a Cevo un progetto complesso di adeguamento funzionale, strutturale e antincendio del polo scolastico e un progetto di sviluppo turistico con la valorizzazione del Museo della resistenza e dei percorsi tematici e promozione del patrimonio locale; a Ponte di Legno finanziate opere di completamento del nuovo parcheggio interrato in Piazzale Europa; a Saviore dell’Adamello lavori di completamento della strada di collegamento tra le frazioni di Valle Ponte e Saviore e potenziamento delle infrastrutture turistiche e commerciali più un nuovo parcheggio interrato.
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Via libera dal Consiglio regionale lombardo a un emendamento all’assestamento di bilancio che aumenta di 3 milioni di euro le risorse a favore della montagna, per la manutenzione e la viabilità delle strade agro-silvo-pastorali nei territori montani. “Grazie a questo emendamento, presentato dall’assessore al Bilancio Massimo Garavaglia, la Regione – spiegano i consiglieri regionali camuni Fabio Fanetti (Lista Maroni) e Donatella Martinazzoli (Lega Nord) – conferma e ribadisce la propria attenzione verso il territorio montano, che in Lombardia rappresenta oltre il 40 per cento della superficie. Ne beneficeranno anche in Valle Camonica la comunità montana e i consorzi forestali che, grazie a queste risorse, potranno effettuare interventi prevalentemente nell’ambito della viabilità agrosilvopastorale e della manutenzione boschiva”. “Il risultato” – commenta il consigliere regionale camuno del PD Corrado Tomasi – “è frutto di un lavoro fatto in modo trasversale tra maggioranza ed opposizione. L’obiettivo principale rimane comunque quello di ottenere che anche la Valle Camonica possa introitare, come avvenuto per la Valtellina, i canoni annuali regionali che corrispondono a circa 9 milioni di euro all’anno.”
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Con la bella stagione e l’apertura dei Rifugi il Parco dell’Adamello con la Comunità Montana di Vallecamonica, sentito il Comune di Breno, avevano deciso di regolamentare in modo definitivo l’accesso alla zona della “Corna Bianca” nella Conca di Cadino, sotto il passo della Vacca. La zona è servita da una strada agrosilvopastorale d’alta quota che veniva utilizzata dagli escursionisti, dai conduttori della malghe del posto e dai rifugisti del Tita Secchi. La strada era stata assoggettata ad una VASP che il Parco aveva regolamentato tramite ticket di accesso, alcuni annuali, altri giornalieri. Questi ultimi dovevano essere acquistati al Rifugio del passo Crocedomini o al Ristorante Locanda del Gaver all’imbocco del sentiero per il Rifugio Nikolajewka. I primi giorni di sperimentazione hanno registrato alcuni malumori, come quello lamentato da una signora che aveva parcheggiato nell’unico spazio rimasto libero, ma fuori dagli spazi riservati all’imbocco del sentiero per il lago della vacca ed il Tita Secchi: aveva acquistato il ticket ma non aveva trovato posto. Si era vista comminare una multa decisamente pesante ed aveva protestato nella sede opportuna. In occasione del 52esimo pellegrinaggio in Adamello pare che la situazione sia sfuggita di mano: moltissimi pellegrini, saliti al Tita Secchi per raggiungere il Monte Listino nella mattinata di sabato 26 luglio, al ritorno hanno trovato l’amara sorpresa di avviso di contravvenzione a tutti coloro che erano sprovvisti di autorizzazione (pare in totale 6 auto). Ovviamente le richieste di spiegazioni e le proteste non si sono fatte attendere. Pare che all’origine vi sia un disguido non voluto. A questo punto il Sindaco di Breno, del cui comune fa parte la zona, ha assunto con la sua giunta una delibera urgente che di fatto annulla dal piano della VASP quella strada, con la conseguenza che vi sarà il libero accesso senza bisogno di alcun permesso o di pagamento di ticket. Per quanto riguarda le multe dell’ultimo fine settimana i proprietari delle auto che hanno ricevuto un «avviso di violazione» hanno comunque avuto notizia della cancellazione da parte degli uffici della Comunità montana. Da oggi, quindi, gli escursionisti possono lasciare i loro mezzi a motore alla Corna Bianca, nei pochi posti liberi per il parcheggio, e non devono più munirsi di ticket.
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Un 27enne albanese è finito in cella a Credaro, dopo che i carabinieri hanno fatto irruzione in un appartamento di Viadanica: ad insospettire i militari di Sarnico è stata la sua auto che vedevano arrivare con cadenza regolare proprio nelle vicinanze dell’abitazione di una donna a Viadanica che sapevano fare uso di sostanze stupefacenti. Il giovane è stato bloccato durante un’irruzione nell’appartamento della donna e arrestato. Le aveva ceduto una dose di cocaina per 30 euro e altre 41 dosi le teneva in auto e nella sua abitazione di Credaro. Martedì 28 luglio il 27enne è stato processato per direttissima.
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Enel e diverse associazioni di consumatori mettono in guardia da un virus che circola in rete e che invia sulla mail delle persone, finte bollette con cifre astronomiche. Si tratta di un tentativo di raggiro simile a quelli più volte denunciati da altre aziende e istituti finanziari. Cliccando infatti il link riportato, il cliente si collega al sito «trappola» dove viene invitato a scaricare una finta bolletta che in realtà contiene un virus informatico molto potente che blocca il contenuto del pc. L’obiettivo è quello di chiedere poi un riscatto alla vittima dell’attacco per ottenere lo sblocco del pc e la decifratura dei dati. Enel invita pertanto «chiunque riceva questo falso messaggio a non cliccare il link segnalato». «Le nostre procedure – spiega l’Enel – non prevedono in alcun caso la richiesta di fornire o verificare dati bancari e/o codici personali attraverso link esterni. L’azienda, da sempre in prima linea contro le truffe, ha avviato tutte le azioni necessarie per la tutela dei clienti e delle società del gruppo Enel». Pertanto il gruppo invita «i clienti che dovessero ricevere e-mail sospette a segnalare l’accaduto attraverso i consueti canali di contatto: negozi Enel presenti sul territorio o i numeri verdi 800 900 800 per Enel Servizio Elettrico e 800 900 860 per Enel Energia».
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Dall’alta alla bassa Valle Camonica, la situazione pare la stessa: le temperature di questo mese di luglio e l’assenza di precipitazioni, hanno determinato una carenza d’acqua nelle sorgenti, quindi nei fiumi e negli acquedotti comunali. Lo dimostra anche il livello del Sebino, sempre più basso. E’ raro parlare di siccità in zone di montagna ma quest’anno l’estate sta davvero mettendo a dura prova anche la Valle Camonica. Mentre gli addetti al settore turistico nelle località in quota gioiscono per la fuga dei turisti dalle città verso le seconde case in montagna, soffre invece l’agricoltura e soffrono anche gli acquedotti comunali, a cominciare proprio da quei paesi deve la popolazione aumenta sensibilmente in estate per via del turismo. Sono in tutto 41 i sindaci in provincia di Brescia e molti sono della Valle Camonica e del Sebino, che a causa del perdurare della grave siccità che interessa le sorgenti di approvvigionamento degli acquedotti, hanno emesso ordinanze comunali in cui invitano i cittadini a limitare il consumo dell’acqua solo per usi domestici ed a non utilizzarla per altri usi (lavaggio macchine, irrigazione giardini e orti ecc…). Le multe per i trasgressori, possono arrivare anche a 250 o 500 euro. A monitorare la situazione in provincia di Brescia sono le società che gestiscono gli impianti per conto dell’ATO: AOB2, A2A e Garda Uno. In Valle Camonica, in attesa che la SIV, la società Impianti Valle Camonica diventi a tutti gli effetti operativa per entrare a fare parte del gestore unico provinciale, sono ancora i comuni a gestire autonomamente i propri impianti. Valle Camonica Servizi non registra particolari criticità a Malegno, comune che ha affidato al Consorzio dei comuni valligiani, la gestione delle acque, ma segnala un sostanziale calo di produzione delle centraline idroelettriche dislocate sul territorio, segno di un calo della portata d’acqua delle sorgenti.
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“Usciamo dall’incertezza”. Con queste parole Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e di Coldiretti Brescia, commenta l’accordo firmato a Milano fra le associazioni di categoria e Confcooperative, con la mediazione dell’assessore all’agricoltura Gianni Fava. L’industria invece non ha aderito rinviando ogni decisione al secondo round di trattative previsto per questo giovedì 30 luglio. L’intesa prevede un’indicizzazione legata a un paniere composto da un 55% relativo ai prezzi del mercato nazionale dei derivati del latte, un 20% sui prezzi delle materie prime dell’alimentazione zootecnica e il restante 25% legato ai prezzi dei mercati esteri. Sulla base di questa indicizzazione, per il mese di maggio, il prezzo minimo di riferimento è di 37 centesimi al litro per il prodotto conferito alle realtà della cooperazione. “A oggi ci sono tutte le condizioni per un miglioramento della situazione per gli allevamenti – spiega Prandini – mentre restiamo in attesa di capire che direzione vogliano prendere gli industriali. Ci auguriamo da parte loro un atteggiamento di apertura concreta e responsabile verso un settore che garantisce il 40 per cento del latte italiano, migliaia di posti di lavoro e materia prima per grandi Dop come, ad esempio, il Grana Padano, il Parmigiano, il Gorgonzola e il Taleggio”. Coldiretti continua la sua battaglia anche per promuovere i prodotti made in Italy e per incentivare le persone a consumare prodotti del loro territorio. Secondo una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi gli ultimi quindici anni, si registra un cambiamento epocale nelle abitudini alimentari degli italiani: per la prima volta la spesa per frutta e verdura sorpassa quella per la carne ed è diventata la prima voce del budget alimentare delle famiglie con una rivoluzione epocale per le tavole nazionali che non era mai avvenuta in questo secolo. La spesa degli italiani per gli acquisti di frutta e verdura infatti – sottolinea la Coldiretti – rappresenta ora il 23 per cento del totale del budget destinato dalle famiglie all’alimentazione per un importo di 99,5 euro per famiglia al mese contro i 97 euro della carne che, con una incidenza del 22 per cento sul totale, perde per la prima volta il primato.
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Torna l’antica arte della produzione vitivinicola in Vallecamonica grazie ad un’attenta politica di recupero dei terreni vocati alla viticoltura, come nel caso del conoide calcareo della Concarena, in un vasto territorio spesso invaso da vegetazione spontanea: l’intervento della politica di promozione e coordinamento del Gal Vallecamonica-Valle di Scalve ha portato ad individuare luoghi e percorsi idonei allo sviluppo del territorio anche a scopo turistico, come nel caso delle vie del vino, grazie al supporto del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 che mette a disposizione il Fondo europeo per l’Agricoltura, dove alla misura 121 viene sostenuto l’ammodernamento delle zone agricole. Nel caso di un nuovo insediamento, elegante, importante e qualificato, quel è la cantina Monchieri tra Losine e Cerveno, la misura sostiene la realizzazione della cantina e del relativo deposito. Il vigneto è stato messo a dimora a partire dal 2009 su un’area di circa 3 ettari, con un totale di 16.000 piante: la produzione è iniziata già dal 2011 e sta proseguendo in crescita fisiologica e costante. Conoide della Concarena, molti altri terreni posti sui versanti giusti, con gli accessi facilitati dalle strade di collegamento, possono essere un forte incentivo allo sviluppo della vitivinicoltura camuna che, in soli 15 anni, ha visto crescere le Aziende che producono Vino Camuno IGT da zero a 17. C’ ancora molto spazio e, soprattutto, tanti mercato di qualità enologica da non sottovalutare.
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