RECLUTAVANO ASPIRANTI TERRORISTI

Facevano parte di una cellula che come obiettivo ha il reclutamento di aspiranti terroristi, giovani da reclutare nelle fila dell’Isis, l’organizzazione terroristica di estremisti islamici. Due albanesi, zio e nipote, il primo residente di Albania e l’altro in provincia di Torino, sono indagati del reato di «reclutamento con finalità di terrorismo», mentre un 20enne italiano di origine marocchina è indagato per «apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall’uso di Internet». L’operazione denominata «Balkan Connection» è stata condotta dalla Digos di Brescia con il concorso delle Questure di Como, Torino e Massa Carrara: sono state fatte perquisizioni in Lombardia, Piemonte e Toscana nei confronti di alcuni simpatizzanti del Califfato. L’obiettivo era scovare cellule di reclutamento di giovani, reclutati sul web poi addestrati in Albania. Personale del servizio centrale antiterrorismo, della questura di Brescia e del servizio di cooperazione internazionale di polizia sta operando infatti anche in Albania, nella regione di Tirana.  I tre reclutatori arrestati in queste ore, conoscevano Anas El Abboubi, partito dalla Valsabbia, da Vobarno, nel settembre del 2013 per unirsi allo Stato Islamico e per combattere a fianco dei ribelli in Siria.  Le indagini della Digos di Brescia sono partite approfondendo proprio i contatti intrattenuti dall’uomo inserito nella lista dei 65 «foreign fighters» italiani.
I due albanesi, zio e nipote, erano in contatto telefonicamente e attraverso Facebook, con lui. Nei suoi confronti ora, anche se si trova in Siria il gip di Brescia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di «addestramento con finalità di terrorismo».  Solo pochi giorni fa i carabinieri dei Ros avevano già arrestato ed a Brescia il 30enne pachistano Ahmed Riaz (già espulso dall’Italia), perché accusato di far parte di una rete che ha finalità terroristiche e già destinatario di un provvedimento di espulsione emesso lo scorso febbraio dal ministro dell’Interno.  L’indagine, partita proprio da Brescia segna, secondo il procuratore Tommaso Buonanno, un risultato importante nella lotta al terrorismo. “L’operazione condotta  dall’Antiterrorismo della Polizia” – commenta l’assessore regionale alla sicurezza ed immigrazione Simona Bordonali, lascia attoniti perché  dimostra come l’estremismo islamico non sia più solo un pericolo  che riguarda Paesi a noi vicini, ma sia una realtà già presente  sul nostro territorio.  Per l’assessore serve ora "una riflessione seria" su come combattere il fenomeno, bloccando  immediatamente i flussi migratori in entrata e  rendendo più difficile l’ottenimento della cittadinanza italiana.

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CONDANNATO A 23 ANNI VICKY VICKY

Non l’ergastolo, non i 30 anni chiesti dal pm Fabio Pelosi, ma una pena comunque severa che vuole essere un messaggio contro la violenza. Vicky Vicky, l’indiano accusato di aver investito e ucciso  con la sua auto, nel settembre del 2013, durante una rissa fra indiani, suo fratello Kumar Baldev che era a terra ferito, e la dottoressa Eleonora Cantamessa, bergamasca e ginecologa della clinica Sant’Anna, che lo stava soccorrendo.  Vicky Vicky è stato condannato a 23 anni e 20 giorni.

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L’ASILO NIDO ACCENDE IL CONSIGLIO A DARFO

Maggioranza e minoranza si sono date battaglie questo martedì sera in consiglio comunale a Darfo. Oggetto della discussione: la chiusura dell’asilo nido comunale la Chioccia. E’ il sindaco Ezio Mondini a sottolineare quanto la decisione si stata sofferta e motivata da problemi di bilancio. Per fronteggiare il calo delle iscrizioni dovuto al calo demografico e alla concorrenza degli altri asili nido delle frazioni, l’amministrazione le ha provate tutte, persino abbassare le rette o indire un bando andato deserto. Poi si è vista costretta a comunicare a maestre e genitori, la decisione annunciata anche alla stampa e nel notiziario comunale “Informati”: l’asilo nido comunale chiude.
Chiarito che il problema è solo economico, allora si tratta solo di trovare su un bilancio di oltre 17 mln di euro, il modo per fare saltare fuori i 70 mila euro necessari per l’asilo nido. A riportare la palla al centro è l’ex sindaco Francesco Abondio. Il modo per trovare le risorse la minoranza lo ha spiegato nella prima ora di consiglio comunale. Perché affidare lavori, come perizie, sempre svolti dai dipendenti comunali che sono più di 90, a cooperative esterne che vanno pagate?
L’assessore al Bilancio Osvaldo Benedetti chiarisce che solo i lavori di edilizia pubblica vengono affidati ad una cooperativa esterna poiché  si tratta di una materia complessa che i dipendenti, che hanno continuato a svolgere gli accertamenti sugli immobili, non si sentivano di svolgere.
A portare all’attenzione della maggioranza altri capitoli di spese da tagliare è il consigliere della minoranza Marco Dossena che parla di altre consulenze e incarichi dati recentemente che secondo la minoranza, andrebbero nella direzione contraria al risparmio. La seconda interrogazione della minoranza chiede come mai la maggioranza abbia dato mandato ad un nuovo dirigente dell’ufficio tecnico che al comune costa 69 mila euro l’anno, quando l’Ufficio Tecnico ha personale e competenze a sufficienza. Risponde prima il sindaco Ezio Mondini ricordando che oggi ai comuni sono richieste sempre più competenze. Gli fa eco il vicesindaco Attilio Cristini secondo cui l’ufficio tecnico, con soli due progettisti part time, necessitava di un aiuto e conclude la discussione sul bilancio l’assessore Osvaldo Benedetti secondo il quale tutti i problemi attuali di bilancio sono da ricondurre al Ponte di Montecchio e all’acquisto del Parco Termale. Non ci sta la minoranza che torna a fare lezione di bilancio insistendo sul fatto che l’asilo si può salvare. E’  il consigliere Camossi a porre la questione chiave: “sempre che non abbiate già deciso”.
Aprono uno spiraglio di speranza le parole del consigliere di maggioranza Doralice Piccinelli che spiega che se si trova una soluzione concreta, allora l’amministrazione potrà anche cambiare idea. Alcune proposte sono state redatte dalla Commissione per le Pari Opportunità e verranno discusse dalla sola maggioranza nella giunta di questo mercoledì sera. Nel documento si chiede anche l’indizione di un’assemblea pubblica sul tema. La palla quindi torna alla maggioranza.

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LA RIFORMA DELLA POLIZIA E’ LEGGE

Sono più di 9.300 gli agenti di polizia locale operativi in Lombardia. Sono chiamati ora a lavorare in rete. Il consiglio regionale ha infatti approvato la legge per riorganizzare la Polizia Locale. Saranno costituiti 4 nuclei operativi di Polizia Locale: uno con 4000 agenti dedicato all’ambito giudiziario, uno con 3000 agenti dedicato all’ambito amministrativo, un nucleo stradale con 2000 agenti e uno ambientale con 5000. Le sale operative e i sistemi informativi saranno messi in connessione così da aumentare la collaborazione e anche l’ottimizzazione delle risorse. La legge stabilisce che siano costituite unità territoriali composte da un organico minimo di 18 persone, per assicurare la continuità del servizio e la possibilità di svolgere in condizioni ordinarie anche i servizi serali e notturni minimi. Altro elemento chiave è l’impulso alla formazione del personale, con l’obiettivo di integrare le politiche dedicate alla sicurezza con le politiche edilizie, urbanistiche, sociali della Regione e degli Enti Locali. Molto discusso, anche nel corso dei mesi di lavoro in Commissione, l’articolo 28 del testo sul riconoscimento della funzione di associazioni volontarie per il miglioramento della sicurezza urbana. Al proposito, il Consiglio ha stabilito  che  “si riconosce la funzione del volontariato come espressione di solidarietà sociale, sia individuale sia associativa e se ne promuove l’attività di collaborazione con i servizi di Polizia locale”. I volontari potranno essere impiegati a condizione che non abbiano subito condanne, non siano stati sottoposti a misure di prevenzione o espulsi dalle forze dell’ordine, né licenziati (o destituiti) per  giusta causa da uffici pubblici e a condizione che le associazioni di provenienza (secondo un emendamento presentato dal PD) “non prevedano nell’accesso o nei propri fini forme di discriminazione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali o sociali”. Sarà creato un fondo per il finanziamento degli oneri di difesa degli enti locali nei procedimenti penali a carico degli operatori di polizia locale. La legge istituisce inoltre la giornata regionale della Polizia locale, che verrà celebrata il 20 gennaio nella ricorrenza del patrono San Sebastiano. L’Assemblea ha inoltre approvato due ordini del giorno. Il primo documento, impegna il Presidente e la Giunta regionale a promuovere con le istituzioni competenti, per tutte le opere sovra comunali o sovra provinciali, protocolli d’intesa per garantire una maggiore efficacia e controllo sul territorio lombardo da parte dei corpi di Polizia locale. Il secondo documento, chiede il ripristino dell’equo indennizzo in caso di infortuni sul lavoro, malattie professionali e incidenti a favore degli agenti di polizia locale alla stregua degli altri copri di polizia, agevolazione cancellata dal governo Monti. Il Consiglio invita il Presidente e l’assessore competente ad attivarsi presso il Governo affinché la Polizia locale ottenga un pari inquadramento contrattuale.

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