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pubblicato da lourdesgazzoli
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GRAVE CROSSISTA 15ENNE

Grave incidente questo sabato pomeriggio attorno alle 16.00 sulla pista di cross in località Attola in comune di Darfo Boario Terme: mentre un grupopo di atleti di varie età stava allenandosi sulla pista, un 15enne di Cividate Camuno, con cui c’era anche ilo zio ed il cognato, mentre percorreva l’anello in direzione est verso il fiume Oglio probabilmente subito dopo un salto ha perso il controllo della Yahama 125 in sella alla quale stava percorrendo il tracciato ed è caduto malamente a terra. Secondo le prime testimonianze, il ragazzo si sarebbe rialzato, anche se un po’ confuso e si sarebbe tolto il casco, rispondendo anche alle domande dei primi accorsi. Ma poi pare sia svenuto perdendo i sensi: immediatamente sul posto è giunta l’ambulanza di Camunia Soccorso e l’Automedica con il medico a bordo, mentre da Brescia è arrivato l’elicottero del 118. Il ragazzo è stato trattato in pista, stabilizzato e quindi trasferito sull’ambulanza per poi essere caricato a bordo dell’elicottero che lo ha portato in volo a Brescia dove si trova ricoverato. Le sue condizioni sono state giudicate serie: il ragazzo è stato intubato suol posto per permettere un’immediata ossigenazione e quindi effettuare in piena sicurezza anche il trasferimento in ospedale dove è stato sottoposto alla Tac per al verifica dei danni subiti. Gli allenamenti sono stati sospesi e tutti gli atleti hanno fatto rientro a casa: la pista, considerata sicura e ben protetta, in costante stato di manutenzione, anche oggi era nelle migliori condizioni per effettuare un buon allenamento. Il ragazzo fa parte del team del Motoclub Darfo e, data l’età, può già allenarsi e gareggiare con una cilindrata superiore, una 125 appunto. Per un intero anno non si erano registrato incidenti di rilievo sulla pista dell’Attola, che comunque risulta molto frequentata e terreno di allenamento e di gara per centinaia di appassionati di tutte le età.

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INCENDI BOSCHIVI, DANNI INGENTI

Rientrato ogni tipo di allarme che ancora venerdì aveva impegnato un considerevole numero di uomini sul pendio a ridosso dell’abitato di Clusone, così come al Ponte del Costone e a Casnigo. Una settimana difficile culminata con l’ identificazione dei due presunti autori dei roghi dolosi: nei loro confronti sarà formalizzata nei prossimi giorni la specifica denuncia con l’accusa di incendio doloso. Non resta che fare una conta dei danni. “Purtroppo questi episodi, come sottolineato da Rinaldo Mangili, comandante provinciale della Forestale, creano un danno non indifferente all’ambiente, con ripercussioni perenni”, senza considerare i costi necessari per attivare le varie operazioni. Se si considera l’ utilizzo di aerei canadair, in questo caso 2 a pescare acqua dal lago, il cui costo orario è di poco meno inferiore alla decina di migliaia di euro, In aggiunta agli elicotteri e alle tante forze in campo, si può ben intuire quanto sia consistente il danno causato. Se poi si pensa che da gennaio sono già bruciati cento ettari di bosco e sottobosco: il 90% degli episodi sarebbe di origine dolosa. In tutto l’anno scorso erano pure bruciati cento ettari di territorio e il 77% degli episodi erano stati causati volontariamente dall’uomo. Molti meno gli incendi del 2013: soltanto 8 in tutto l’anno, che era stato piuttosto piovoso, con soli 6 ettari bruciati. Anche due anni fa la stragrande maggioranza dei roghi (il 75%) era di natura dolosa. Il record, ovviamente negativo, di roghi boschivi spetta però al 2012, un anno particolarmente secco a livello climatico – gli incendi furono ben 52, con una superfice totale però inferiore ai primi mesi di quest’anno (bruciarono soltanto, si fa per dire, 92 ettari): l’88% dei casi erano di origine dolosa. Il record per quanto riguarda invece l’estensione dei roghi risale al 2011, quando bruciarono ben 292 ettari in 31 incendi.  Un doveroso ringraziamento va agli operatori dell’antincendio boschivo di Rovetta, Gromo, Vertova, Val Gandino e Pradalunga, alla Protezione civile di Clusone, oltre chiaramente al grande  dispiego di vigili del fuoco, presenti con squadre giunte da Clusone, Lovere e Gazzaniga, le guardie ecologiche volontarie e gli agenti della polizia locale che hanno provveduto a regolamentare la viabilità.

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DIPENDENZE: ALCOL SOSTANZA D’ATTACCO

Su 1061 persone di ogni età, contattate nei locali della Valle Camonica nell’ambito del Progetto “Statale 42” portato avanti dalla Cooperativa Sociale di Bessimo con l’Asl, il Sert e i comuni, 1054 consumano alcol, 341 la cannabis, 43 la cocaina, 24 sostanze allucinogene, 19 hanno dichiarato di fare uso di ecstasy e stimolanti e 44  un mix di sostanze. Delle persone contattate, 861 sono uomini, 200 donne e 90 sono minorenni. Questi dati, insieme a quelli raccolti dalla cooperativa con le scuole con il progetto “Parole e Stupefacenti”, testimoniano come sia l’alcol la sostanza più utilizzata, la prima forma di dipendenza e quella più trasversale poiché ne fa molto uso anche chi abusa di altre sostanze. Le donne sono grandi bevitrici, quasi come gli uomini e il dato più preoccupante è l’età del primo bicchiere: si comincia a bere a 11/12 anni, secondo il metodo anglosassone, ovvero soprattutto superalcolici solo per sballarsi. Fausto Bontempi, Presidente della Cooperativa Sociale di Bessino che gestisce la comunità per nuclei famigliari di Rogno, racconta di ragazzi di 25 anni con una demenza senile causata dall’alcol, che come si sa invecchia il sistema nervoso centrale.

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DROGA, UN PROBLEMA SENTITO

È allarme per il consumo di droga tra i giovanissimi. Preoccupa il pericoloso incremento di sequestri e segnalazioni alla Prefettura di giovani assuntori. Si è notevolmente abbassata l’ età di chi ne fa uso. Sulle scelte dei più giovani pesa il diverso costo dei vari stupefacenti. E mentre la così detta “generazione coca” invecchia, cresce l’ apprensione nelle famiglie.

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QUINTA BOCCIATURA

Così il tribunale del riesame di Brescia ha bocciato, di nuovo – ed è la quinta volta – il ricorso degli avvocati della difesa e ha disposto che l’uomo accusato del delitto di Yara debba restare in cella. L’ordinanza di 17 pagine stabilisce questo a tre giorni dall’udienza durante la quale, martedì a Brescia, per la prima volta, Bosetti, ha parlato in aula proclamando, ancora una volta la propria innocenza. Come detto questo è il quinto no che la difesa di Bossetti si sente rispondere in merito alla sua scarcerazione. Due da parte del giudice per le indagini preliminari, Ezia Maccora, due dal Riesame e uno dalla Cassazione. Ma la difesa di Bossetti non demorde e insiste sulla questione del DNA mitocondriale anche se, anche questa volta il giudice, ha valutato che questa circostanza non è decisiva per escludere i gravi indizi di colpevolezza che pesano su Bossetti. Secondo i giudici, infatti, l’identificazione di un soggetto con la tecnica del DNA avviene attraverso i marcatori del DNA nucleare, gli unici che sarebbero in grado di restituire le caratteristiche specifiche di un individuo. Insomma per il tribunale del riesame – nonostante la difesa abbia ancora una volta insistito anche sul fatto che addosso a Yara non sono stati trovati peli di Bossetti – è credibile che via sia stato un contatto fisico fra i due e proprio nel momento in cui Yara veniva aggredita portandola poi all’agonia che ne ha decretato la morte. Insomma per i giudici ci sarebbero pochi dubbi che il muratore di Mappello sia comunque implicato nell’omicidio della adolescente. Il tribunale conclude che le esigenze cautelari del carcere sarebbero dettate anche dal pericolo di recidiva e anche il fatto che Bossetti sia incensurato non fa venire meno la gravità delle accuse a suo carico soprattutto – sostengono ancora i giudici – tenuto conto dell’efferatezza del delitto.

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LA PREGHIERA DELLE FORZE DELL’ORDINE

Con l’avvicinarsi della Pasqua torna una tradizione molto sentita da parte delle Forze dell’Ordine dei vari corpi: quella della celebrazione del precetto pasquale con una Messa e quindi con lo scambio di auguri. In Vallecamonica l’iniziativa è stata promossa dai carabinieri, colta dalle altre forze dell’Ordine presenti sul territorio: Guardia di Finanza, Polizia stradale, Polizia Provinciale, Corpo forestale dello Stato e Polizie locali. Insieme hanno partecipato alla S. Masse nella chiesa del Monastero delle Clarisse di Bienno con un intenso m,mento di raccoglimento e preghiera, al termine della quale è stata letta la preghiera della Patria, alla quale i presenti hanno partecipato sull’attenti. Presente alla cerimonia anche il Sindaco di Bienno che ha voluto testimoniare anche a nome della società civile, degli amministratori pubblici e della politica camuna l’affettuosa presenza accanto a chi si impegna quotidianamente per il bene e la sicurezza della comunità. La cerimonia ha voluto essere anche un affettuoso abbraccio al neo-maggiore dei carabinieri Salvatore Malvaso, promosso questo mercoledì al grado di ufficiale superiore a Milano in una cerimonia che si è svolta nella sede del Comando regionale dell’Arma. Al termine della S. Messa il maggiore Malvaso ha voluto così dire il suo grazie ai suoi comandi territoriali che, con le loro brillanti azioni, lo hanno messo in luce anche ai fini della carriera. La cerimonia alle Clarisse di Bienno si è conclusa con un invito da parte del maggiore Malvaso ad essere presenti a Breno sabato 28 marzo per l’inaugurazione del nuovo monumento dedicato alla Virgo Fidelis all’interno della sede del Comando di compagnia. Alla fine, tutti assieme, hanno voluto sottolineare l’importante appuntamento con una bella foto ricordo che ha accomunato tutti i fedeli servitori dello Stato.

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