
pubblicato da mtt_bnt89
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Da sei mesi ospiti nei boschi che circondano il rifugio Valpiana, situato tra Grone e Monasterolo, 13 dei 39 profughi presenti, hanno bloccato, nella giornata di sabato il tratto di strada che da Grone sale fino ai Colli di San Fermo. Una protesta la loro, con tanto di cartelli, durata circa 90 minuti, avvenuta all’altezza dell’ultimo tornante a pochi metri dalla palestra comunale. Si è dovuto attendere l’ arrivo dei carabinieri di Sovere e Tavernola, per vedere riaperto il tratto di collegamento tra Valle Cavallina al Basso Sebino. Ospiti della cooperativa Rinnovamento chiedono di poter occupare il loro tempo dandosi da fare, sia con una occupazione, così come attraverso la possibilità di approfondire la conoscenza della lingua italiana. “Siamo stanchi, hanno detto, di passare il nostro tempo davanti alla televisione, Da settembre scorso non facciamo altro che questo”. Per questa ragione hanno scelto di scendere in strada richiamando l’attenzione dei carabinieri e dei media, chiedendo di essere spostati da qualche altra parte, a Bergamo o in pianura. “Qui hanno tutto ha affermato uno dei referenti, cibo, riscaldamento, vestiario, cellulare. Certo, il posto è un po’ isolato ma qui a loro non manca nulla e credo non si possano lamentare”. Evidentemente le cose non stanno in questi termini. Nel frattempo continuano a far discutere i costi dell’accoglienza. Accogliere un profugo maggiorenne può far guadagnare 4 euro al giorno. Ma solo se butta malissimo. La media realistica è di circa 8 euro al giorno. Cioè 240 al mese. Netti. In caso di minori la cifra lievita, perché a parità di servizi il governo mette sul piatto una cifra più consistente. Anziché i canonici 35 euro pro capite (più qualche spicciolo di Iva) ne sborsa 45. Anche se il fanciullo non è un richiedente asilo ma un clandestino. Basta che non sia accompagnato.
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Non subiscono più in silenzio. Ora si ribellano e quando temono che da sole non possono farcela a sfuggire ad un marito o compagno possessivo e violento, sanno a chi rivolgersi. Sono 405 le donne che nel solo 2014 in provincia di Brescia, hanno chiuso la porta di casa lasciando dietro di sé l’incubo di una prigione, e hanno chiesto al Centro Antiviolenza, Casa delle Donne di Brescia, il modo per uscirne non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. Il centro, l’unico in provincia di Brescia, è attivo dal 1989 e ha aiutato fino ad oggi più di 6 mila donne vittime di violenza domestica e qualcuna anche di violenza subita da estranei. Un terzo di queste donne sono immigrate e si tratta di una percentuale in aumento parallelamente ai flussi migratori. Dal 2009 ad oggi il numero è raddoppiato, segno che sta emergendo un sommerso che non vuole più rimanere nascosto. Molte di queste donne provengono dalle valli come la Valle Camonica, e proprio per questo qui è nato uno sportello dove le donne possono trovare aiuto legale e psicologico. A Darfo Boario Terme venerdì pomeriggio si è svolto un corso di formazione sulla violenza contro le donne, in collaborazione con la Regione e con la Casa delle Donne, per aggiornare operatori sociali, medici dei pronto soccorsi e forze dell’ordine, su come intervenire quando ci si imbatte in un caso di violenza. Queste donne, di tutte le età ed estrazioni sociali, denunciano violenza fisica, psicologica, economica, stalking e violenza sessuale. E spesso i loro carnefici sono i mariti o i compagni che vedono la donna come un oggetto di loro possesso e che non possono accettare la sua emancipazione ed indipendenza. In occasione della Festa della Donna il Centro Antiviolenza con lo Sportello di Darfo vogliono dare una testimonianza della forza che molte donne hanno dimostrato riuscendo a ribellarsi dall’arroganza maschile e a riprendersi la libertà.
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Angelita Mattioli, artista a tutto tondo, ha installato la sua iniziativa culturale sul tema della violenza subita dalle donne, utilizzando il simbolo della violenza messo in mostra su tutte le piazze: le scarpette rosse. Ma Angelita lo fa con un allestimento duro e forte: uno spazio bianco e ristretto, mura di casa tra cui si consumano tante violenze, dentro il quale un’impalcatura di ferro nervato sta a denunciare la costruzione quotidiana della violenza su cui vengono infilzati i simboli stessi: scarpette rosse deformate, bruciate, accartocciate, sciolte negli acidi, tagliate, sparate. L’Istituto Olivelli ha inserito la mostra in un percorso ampio, articolato e finalizzato ad una cultura civica e sociale ampia e di grande respiro umanistico e moderno. Come in altri casi in cui l’Olivelli-Putelli opera con e sul territorio, anche l’iniziativa “Tra silenzio e coraggio” non è racchiusa all’interno del perimetro scolastico. La mostra di Angelita Mattioli è stata allestita appositamente all’ingresso del grande plesso scolastico come segno per tutti coloro che a qualsiasi titolo passano quella soglia: sta a denunciare quanto accade nella società perché chi è destinato alla società futura rigetti per sempre la violenza in generale, partendo proprio da quella sulla donna.
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Una bella giornata di sole ha spinto molte persone sulle piste da sci con la conseguenza che sono numerosi gli interventi del 118 chiamato ad intervenire sulle piste delle stazioni sciistiche delle nostre valli. Questa domenica mattina a Monte Campione, un ragazzo della provincia di Milano ha finito la sua discesa contro un cartellone ai lati della pista che porta da quota 1800 a 1200. La macchina dei soccorsi si è messa in moto e sul posto è arrivato anche l’elisoccorso. Il 16enne è stato trasferito per un trauma cranico all’ospedale Civile di Brescia. Il 118 è stato allertato anche alle 12.00 a Castione della Presolana per soccorrere un 31enne ferito che fortunatamente non ha riportato gravi conseguenze ed è stato portato all’ospedale di Piario per accertamenti. Infortunio sulle piste anche a Foppolo sulla pista Vago sempre intorno alle 12.00, altri due interventi si registrano questa domenica mattina in Valbondione e ancora a Foppolo dove il 118 è stato allertato ma poi non si è reso necessario il trasporto in ospedale. Due gli interventi anche in Valle Camonica, a Ponte di Legno sulle piste del comprensorio Adamello Ski. In questo caso l’elicottero è rimasto a terra, ma è stato chiesto l’intervento delle ambulanze delle diverse associazioni del territorio che hanno portato gli sciatori infortunati presso gli ospedali di Sondalo o Edolo. Super lavoro in questi fine settimana di bel tempo, anche per il soccorso piste delle diverse stazioni sciistiche.
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Hanno tutti e tre un’età maggiore di 32 anni, gli automobilisti trovati questa notte dalla Polizia Stradale, ubriachi al volante. Per loro è scattato il ritiro di 10 punti patente a testa. Tre le pattuglie al lavoro questa notte: una di Brescia, una di Desenzano e una di Boario. Dall’una alle sette hanno controllato 34 veicoli e 58 persone. Tre sono risultate alla guida sotto l’influenza di alcolici, nessuno sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, nessuno superava il tasso di 1,50 g/l e rischiano la sospensione della patente di guida da uno a due anni.
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Il bosco è secco e in questi giorni c’è della brezza e del vento. Di conseguenza, quando non spenti bene, i fuochi di pulitura possono riaccendersi e trasformarsi in veri e propri incendi bosco. Il servizio anticendio della Comunità Montana del Sebino Bresciano mette in guardia e invita a non accendere in questi giorni fuochi di ripulitura. Tant’è che nella giornata di questo sabato i volontari sono stati impegnati in alcune azioni di sensibilizzazione: hanno fatto spegnere alcuni fuochi di ripulitura a Pisogne e sul Sebino e sono anche intervenuti, insieme ai vigili del fuoco di Palazzolo, fra Paratico e Capriolo per spegnere un incendio, probabilmente doloso, che si era sviluppato nel sottobosco. La Comunità Montana del Sebino bresciano, invita chiunque avvisti del fumo, soprattutto in prossimità dei boschi, a chiamare il 1515. Complice il bel tempo e il vento piuttosto forte in quota, altri incendi si sono sviluppati questo sabato in Valsabbia e anche in Valle Seriana, tra Onore e Castione della Presolana. Il fuoco, di origine dolosa, è divampato attorno alle ore 13 e la sala operativa della Croce Blu di Gromo si è attivata allertando il Corpo forestale dello Stato, le squadre antincendio boschivo di Clusone, Rovetta e Castione, e due elicotteri della Regione Lombardia. Sul posto sono intervenuti oltre una ventina di volontari delle squadre dell’antincendio boschivo della Comunità montana, gli uomini del Corpo forestale dello Stato del comando di Sedrina e i vigili del fuoco di Gazzaniga e Clusone, con il compito di rifornire le vasche cui attingevano gli elicotteri. Le fiamme hanno minacciato abitazioni, cascine, stalle e fienili che sorgono nella zona che è presidiata dai vigili del fuoco. L’allerta per questa domenica è alta: il terreno è coperto di erba secca e sterpaglie facilmente combustibili e il vento alimenta le fiamme.
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Il vecchio municipio di Angolo Terme diventa la casa delle assozioni. Dopo il trasferimento nell’ex palazzo comunale hanno trovato posto nell’ux ufficio della polizia municipale l’associazione culturale "Le tracce del tempo", in uno degli ex uffici l’associazione bosniaca "Ljiljan", ed ora l’aula consiliare è stata trasformata in una sala riunioni, uno spazio che in paese mancava. L’inaugurazione, in questi giorni, non con un taglio del nastro ma con la presentazione del libro "Storia di Brescia. Politica, economia, società 1860-1992" a cura degli autori Paolo Corsini e Marcello Zane. Questa sala diventerà, infatti, anche sede di corsi e incontri. L’incontro, moderato da Gianmario Martinazzoli, è stato molto partecipato. Nelle prossime settimane verrà varata anche la consulta delle associazioni che terrà qui i suoi incontri. La sala è stata abbellita con alcuni pannelli realizzati per ricordare il decennale della morte del prof. Giorgio Gaioni originario di Angolo Terme.
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Una vita per la cultura, con queste parole è stata ricordata Elisa Perani nel corso dell’ intitolazione della biblioteca civica di Casnigo,avvenuta durante la mattinata domenicale.
Nata nel 1909, iniziò ad insegnare nel paese della Valgandino nel 1929, dove rimase sino alla fine della guerra. Si prodigò con passione nel campo della scuola, della cultura e della carità e nel 1946 fu nominata direttrice didattica per la zona di Gazzaniga. Nel 1972,venne a lei assegnata la medaglia d’oro dall’Ufficio scolastico provinciale e dal Comune di Gazzaniga.Per oltre trent’anni Elisa Perani fu l’unica laureata in lettere a Casnigo- A lei fu affidata anche la carica di vicesindaco dal 1964 al 1970.
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