
pubblicato da elisa_raffaelli_
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Viaggiavano così, su WhatsApp, le fotografie, in atteggiamenti scabrosi, di studentesse camune minorenni. A scuola, fra i compagni di classe, ma non solo. Dopo mesi di indagini con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico sono stati denunciati due 19enni, un operaio e uno studente, entrambi residenti in media bassa Valle Camonica. La denuncia è stata consegnata ai due dai carabinieri di Artogne, le indagini – lunghe e complesse – sono state coordinate dal capitano Salvatore Malvaso, comandante della compagnia di Breno, e sono partite grazie alla segnalazione di alcuni istituti scolastici del comprensorio. Già lo scorso anno, infatti, si era avuto sentore di un mezzo scandalo quando si era sparsa la voce che – tramite la più nota applicazione di messaggistica per telefonini – viaggiassero foto di minorenni in atteggiamenti equivoci. Non erano solo voci. Dopo un’indagine complessa – poiché i militari dell’arma hanno dovuto individuare una serie di numeri telefonici e da questi risalire ai numeri dai quali le immagini erano state originariamente diffuse – quindi sono stati scoperti coloro che hanno diffuso per primi le immagini che, poi, ovviamente, hanno avuto una corsa inarrestabile.
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Le ragazzine, che quasi sicuramente erano consenzienti nel momento in cui si facevano fotografare, così come chi ha poi diffuso le immagini, forse ha sottovalutato l’effetto di questo gesto considerato un gioco. Non è così. Innanzitutto il materiale diffuso attraverso la rete diventa incontrollabile, ma soprattutto diffondere foto di minori e a maggior ragione in atteggiamenti equivoci è reato. Ecco allora che gesti compiuti con leggerezza possono trasformarsi in un boomerang ed avere pesanti conseguenze anche sul piano legale. Tra l’altro, oggi, in rete e sui telefonini tutto resta tracciato e tracciabile e quindi, nonostante si tratti di analisi ed indagini complesse, insomma non proprio un gioco da ragazzi, è abbastanza probabile risalire ai responsabili della diffusione in rete di immagini e commenti. Tanto è vero che da una semplice voce, grazie anche alla collaborazione di insegnanti e dirigenti scolastici, i carabinieri sono riusciti a risalire a chi aveva messo in rete le foto scabrose delle giovani studentesse camune. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati i telefonini dei due 19enni: vi sono state trovate gallerie con numerose immagini pedopornografiche, la loro diffusione è un reato molto grave. E potrebbe non essere finita qui, l’indagine, infatti potrebbe avere ulteriori sviluppi e non si esclude la denuncia di altre persone.
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