
Un paziente dell’Alta Valle Camonica, un 62enne di Vione che in vita aveva espresso la volontà di donare gli organi, darà la possibilità con il suo gesto generoso ad almeno 4 persone di continuare a vivere. L’espianto multiorgano, il primo del 2015, si è svolto all’ospedale di Esine dopo due giorni di preparazione e dopo un intervento iniziato martedì sera e durato molte ore. Il paziente in seguito a morte celebrale, ha donato tutti e due i polmoni, i reni, il fegato. Quindi tra i 4 e i 6 pazienti potranno tornare a vivere grazie alla sua generosità e al lavoro di un centinaio di persone che lavorano in questi casi per ogni organo trapiantato. I primi due giorni dopo la morte del paziente sono una corsa contro il tempo per mantenere le funzionalità degli organi e per trovare i pazienti idonei e più compatibili dal punto di vista immunologico a cui destinare questo prezioso dono di speranza. Si lavora con la banca dati centri per trapianto, con il Nord Italian Transplant, poi le equipe chirurgiche specializzate giungono negli ospadali e trasportano gli organi a destinazione dove avvengono altri interventi chirurgici complessi. La Regione sta studiando un nuovo sistema per migliorare il problema della volontà non espressa in vita: ovvero spessi i famigliari che si trovano nel difficile momento di constatare la morte di un proprio caro, non sapendo le volontà del congiunto, si limitano a negare la possibilità della donazione. Una soluzione potrebbe essere il progetto “Una scelta in Comune”: comunicare all’anagrafe dei proprio comune la proprio posizione su questo tema in modo che venga registrata nella banca dati del sistema dei trapianti. A commentare l’espianto multiorgano di martedì, è il Dirigente dell’Unità Operativa di Rianimazione e Terapia Intensiva Lauro Morandini, che ricorda come la Valle Camonica si sia sempre distinta per la solidarietà dimostrata anche nel momento della morte. Nel 2014 sono stati due gli espianti effettuati e nel passato si contano pochi casi solo perché i pazienti venivano trasferiti a Brescia e qui avvenivano le donazioni. In 16 anni – conclude Morandini – “ho avuto una sola negazione alla donazione di organi quando la media nazionale è superiore al 30%, quella lombarda del 25%, quella bresciana al 10%, mentre in Valle Camonica è vicina allo 0.
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