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pubblicato da iltabot
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Sono spesso una sorta di terra di mezzo dove si nascondono molti sprechi della politica. Parliamo delle società partecipate e controllate pubbliche che costano allo Stato secondo la Corte dei Conti qualcosa come 26 miliardi di euro. Quindi vanno tagliate. Questo almeno quanto prevede la legge di Stabilità che in una norma impone agli enti locali di attivarsi in questa direzione: razionalizzando (eliminando o accorpando) molte delle società oggi esistenti e i loro amministratori. Del tema ancora non se ne è parlato in Valle Camonica ma stando così le cose, nel 2015 qualcosa potrebbe cambiare. Naturale pensare alla società dei servizi per eccellenza: il Gruppo Valle Camonica Servizi che è composto attualmente da 4 società, con 4 consigli di amministrazione per un totale di 18 amministratori. L’unico obbligo di separazione dei servizi riguarderebbe la vendita e la distribuzione del gas e dell’energia elettrica, quindi sempre restando nel campo delle ipotesi, delle 4 società oggi presenti potrebbero restarne due: Valle Camonica Servizi Vendite e Valle Camonica Servizi Spa. Al di là degli scenari ipotetici, l’imperativo dettato dal Governo agli enti locali, è tagliare. Una delle prime società a finire nella scure potrebbe essere anche la SIV Srl, la Società Servizi Idrici Valle Camonica, costituita tre anni fa dai comuni per la gestione del servizio idrico integrato, che non avrebbe dipendenti ma solo amministratori. La norma stabilirebbe infatti che vengano messe in liquidazione o cessione, quelle società che risultano composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti. Proprio alla SIV però, voci di corridoio dicono che la politica camuna stia pensando di spostare il ramo acqua da Valle Camonica Servizi. Una proposta che però andrebbe a scontrarsi con le nuove disposizioni del Governo che impone ambiti sempre più grandi verso una gestione dei servizi locali sempre meno locali e altre suddivisioni più frammentate di tali ambiti si potrebbero rivelare dei buchi nell’acqua. Una strada che a livello regionale sta portando molte multiutility ad aggregarsi con A2A verso la costituzione della multiutility lombarda.
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Come noto sono attivi i ricorsi contro il taglio dei "vitalizi" agli ex consiglieri regionali. La sforbiciata decisa dal Pirellone è di circa il 10% fino al 2018. Ma molti ex non ci stanno, e non ne han fatto mistero fin dal principio. Non hanno nessuna intenzione di rinunciare a quello che ritengono un diritto acquisito e non accettano di passare per quelli che "approfittano" del denaro pubblico. Il ricorso al Tar è stato ufficialmente presentato il 30 dicembre 2014 e coinvolge 54 ex consiglieri regionali.“
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Il presidente della Regione Roberto Maroni, il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo e il consigliere regionale Alessandro Alfieri saranno i delegati della Regione Lombardia per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. L’elezione si è svolta questo martedì mattina in Consiglio regionale con questo esito: Maroni ha ottenuto 40 voti, Cattaneo 32 voti e Alfieri 21 voti.
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Indagini chiuse per il cane massacrato in Crocedomini e rinvio a giudizio, con decreto di citazione diretta per i due responsabili, padre e figlio di Breno accusati di uccisione di animale senza necessità aggravata dalla crudeltà. Lo ha chiesto Roberta Amadeo, il pubblico ministero che sta seguendo le indagini. Nessuna udienza preliminare, ma, come previsto dal codice penale quando si tratta di contravvenzioni ovvero di delitti puniti con la pena della reclusione non superiore a quattro anni o con la multa, la citazione diretta in giudizio. Dunque i responsabili compariranno davanti al giudice. L’udienza non è ancora stata fissata, ma le indagini sono state chiuse e secondo il pm le prove sono inequivocabili. Si tratta di 19 fotografie, inviate in forma anonima da un escursionista al quotidiano Breciaoggi che aveva sollevato il caso quest’estate e da cui, ovviamente, erano partite le indagini.
LE FOTO INCRIMINANTI
Grazie ai fotogrammi scattati da chi aveva assistito al fatto, i carabinieri di Breno, in poche ore, erano risaliti agli autori del gesto, vale a dire ai responsabili del massacro di un cane da pastore, Moro, prima preso a bastonate e poi finito a sassate davanti ad un minore, lo stesso bambino che, secondo i due imputati, il cane avrebbe aggredito, questa la motivazione che avevano addotto per giustificare la fine del povero animale. Una volta trovata la carcassa del cane, i carabinieri hanno completato il quadro probatorio. Quindi sono scattate le denunce, la notizia ha fatto il giro del Paese, a Breno sono arrivati a manifestare gli animalisti, gli stessi che ora accusano il sindaco di Breno, Sandro Farisoglio, di non aver ottemperato alla promessa fatta quest’estate di non rinnovare l’affitto della malga ai responsabili del gesto.
LE RAGIONI DEL SINDACO
In realtà, ci spiega il primo cittadino di Breno, dopo aver chiesto un parere legale, ci siamo resi conto che questa mossa non ci è concessa. Se le associazioni animaliste – cui per altro il comune ha fatto come promesso delle donazioni – sono in grado di indicarci una via legale da seguire per raggiungere questo obiettivo lo perseguiremo, per ora non è possibile. Del resto aggiunge Sandro Farisoglio, che intende fare chiarezza con un comunciato ufficiale già nei prossimi giorni, abbiamo anche fatto effettuare all’ASL controlli sulla malga ed è emerso che l’azienda è sana, i tecnici asl hanno riscontrato che tutti gli animali, sia quelli domestici, che i capi di bestiame godono di ottima salute e sono ben tenuti. Cos’altro fare? Si chiede il sindaco che conclude dicendo che se ci sarà un procedimento penale il comune si costituirà parte civile. Ora non resta che attendere le mosse degli imputati che potrebbe presentarsi a giudizio o tentare un patteggiamento. Il loro avvocato, al momento, non ha indicato quale strategia difensiva intende attuare.
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Il Rapporto Einaudi sull’economia globale e l’Italia, che viene realizzato dal 1996 con cadenza annuale, dal 2009 viene realizzato in collaborazione con UBI Banca. Il Rapporto analizza l’evoluzione dei mercati mondiali dal punto di vista degli sviluppi congiunturali, dei settori, delle imprese, delle regole, e la posizione dell’Italia nell’economia globale. Il 15° rapporto trattava il tema “La ripresa, il coraggio e la paura”; nel 2011 “La crisi che non passa”; nel 2013 “Fili d’erba, fili di ripresa” e nel 2014 l’argomento è stato ancora più forte: “Un disperato bisogno di crescere”. Il rapporto è stato presentato ad una folta platea al centro Congressi di Boario Terme e illustrato con eleganza e competenza dall’economista Giuseppe Russo. La presentazione del Rapporto Einaudi ha visto la presenza di numerosi imprenditori camuno-sebini, con l’intero management di Ubi Banca di Vallecamonica, di Assocamuna e AIB Brescia, con i saluti portati ai presenti dal Prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace che ha auspicato la ripresa economica nel 2015 per Brescia a la sua provincia.
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A chi non piace la pizza? E’ uno dei piatti più conosciuti e più mangiati al mondo. A Boario Terme, adesso, mangiando una pizza puoi fare anche del bene. La pizzeria Express di via de Gasperi – che oltre alle pizze tradizionali realizza anche la pizza al metro, una mega pizza per la famiglia, oltre ad altri tanti tipi del ghiotto piatto napoletano – infatti, ha avuto un’idea solidale. Chiede ai propri clienti di lasciare, una volta acquistata la propria pizza, qualcosa in un salvadanaio vicino alla cassa. Raggiunti i 12 euro i pizzaioli consegnano a don Danilo della Caritas di Darfo due buoni da mezzo metro di pizza, uno offerto dai clienti, l’altro donato da loro che vengono poi distribuiti a famiglie e persone bisognose. Certo una pizza non ti cambia la vita, ma certamente rende migliore chi te la regala e poi, ognuno, fa del bene a modo suo. I gestori del Pizza Express, dunque, hanno pensato di mettere a disposizione degli altri un po’ del loro lavoro e di coinvolgere in questa iniziativa anche i propri clienti. L’idea nasce dopo aver sentito di un’iniziative simile in Piemonte. Fino ad oggi, ad un mesetto dal suo avvio, pare andare bene. Sono già stati distribuiti una decina di buoni. I gestori sperano che si possa continuare ancora a lungo.
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Per i suoi 111 anni – che la fanno la donna più longeva dell’intera provincia di Bergamo e dell’intero Paese – Maria Crescini, per tutti Margitì ha ricevuto dal sindaco di Riva di Solto, dove vive da sempre, le chiavi d’oro del paese, appositamente forgiate per lei. E questo lunedì proprio nella piazzetta sotto casa dove vive con la figlia, si è tenuto un consiglio comunale speciale per assegnarle la cittadinanza onoraria. Gode di buona salute nonna Margiti non assume farmaci, mangia di tutto, da quattro anni non scende in strada perché dopo che a 103 anni si è rotta il femore ed è andata per la prima volta in ospedale, a 107 anni, i medici le hanno raccomandato prudenza. I ritmi della sua giornata sono scanditi dai
pasti, dalla televisione, dalla preghiera, dalla compagnia della figlia che la accudisce amorevolmente e che è rimasta un po’ stupita dell’attenzione mediatica provocata dal compleanno di Margiti . 111 anni sono pur sempre 111 anni e nonostante i centenari siano sempre più numerosi non è certo da tutti arrivarci e soprattutto arrivarci in buona salute. Si perché Margiti, se si esclude qualche acciacco dovuto probabilmente all’età, ci vede e ci sente poco, sta decisamente bene.
LA STORIA DI MARGITI’
Madre di otto figli: Irma con la quale vive, Achille, Rachele, Marta, Francesco, Giuseppe e Luigi ha sempre lavorato con il marito Giovanni (conosciuto da tutti come Arturo) e ha diviso i suoi compiti fra la filanda, la vendita del pesce di lago e la cura della casa e dei figli. Ora trascorre le sue giornate con l’affetto di figli e nipoti, ha visto il trascorrere del tempo e i cambiamenti della società, ha sempre amato molto il suo lago e il suo paese, ma ha preso l’aereo per la prima volta a 103 anni per visitare Lourdes. Si perché nonna Margitì, come tutte le persone che hanno fatto fatica nella vita ha sempre avuto una grande fede che l’ha aiutata a superare le difficoltà che a tutti prima o poi capitano. Proprio per questo nella motivazione che ha spinto gli ammini stratori comunali ad assegnarle il riconoscimento di cittadina onoraria per i suoi 111 anni si legge: "in lei troviamo memoria e testimonianze preziose di tempi lontani, ritroviamo valori e realtà che piano piano stiamo perdendo". Insomma Margitì rappresenta tutto ciò che di buono la nostra società può esprimere. Ed è per questo che l’augurio migliore che si possa farle è certo quello di vivere altre 100 anni, ma soprattutto che i suoi insegnamenti e i suoi valori possano essere portati avanti anche quando lei non ci sarà più. Grazie Margitì e tanti auguri.
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Ancora riconoscimenti per i reduci della Valle Camonica, arrivano per ex internati di Ono San Pietro, Ceto e Cedegolo. In occasione del settantesimo dalla Resistenza nelle prossime settimane in Prefettura a Brescia verrà assegnata a Giovanni Vaira, ex internato originario di Ono San Pietro, a Giacomo Bonomi di Ceto e ad Angelo Conti di Cedegolo,la medaglia d’onore del presidente della Repubblica. Si tratta di un il riconoscimento istituito nel 2006 per i cittadini italiani che hanno sopportato la prigionia nei lager nazisti nel secondo conflitto mondiale. La medaglie d’onore è una sorta di risarcimento per le sofferenze patite durante la prigionia. Fra i tanti camuni ad aver vissuto questa drammatica esperienza ci sono anche i tre che verranno insigniti nelle prossime settimane, purtroppo per tutti si tratta di un riconoscimento postumo, avvenuto solo dopo la morte. Saranno quindi i familiari a ritirare dalle mani dal Prefetto, come già avvenuto negli anni scorsi, la medaglia d’onore.
LA STORIA DI GIOVANNI VAIRA
Il riconoscimento, dopo i tanti assegnati negli anni scorsi, verrà data a Giovanni Vaira, classe 1924 di Ono San Pietro. Terzo di sei figli, Giovanni fu congedato nel ’42 e richiamato alle armi nel quinto battaglione "Edolo" nel 1943. Giovanni,di professione contadino e minatore, venne poi fatto prigioniero e internato in un lager dall’otto settembre ’43 al maggio del 1945. Non è più potuto rientrare a casa perchè trattentuto dalle forze alleate fino al giugno del ’45. Ha partecipato a tre campagne di guerra.E’ morto ad Ono San Pietro nel febbraio 1999.
GIACOMO BONOMI NON SI TROVA
Lo stesso riconoscimento verrà assegnato anche a Giacomo Bonomi di Ceto. Giacomo era nato il 21 novembre 1910. Di professione contadino, dopo aver assolto agli obblighi di leva nel settimo reggimento fanteria del Distretto militare di Brescia, fu congedato nell’aprile del 1940, ma venne richiamato alle armi nel dicembre dello stesso anno. Fatto prigioniero in Albania, venne inviato in Germania presso il campo di concentramento di Stalag). Nell’agosto del 1944 venne trasferito nel campo di lavoro di GENSELCHIRCHEN, più volte bombardato. Da allora di Giacomo si son perse le tracce e, nonostante le ricerche di questo ultimi tre anni, nulla si sa nè della data della morte nè del luogo della sua sepoltura.
UNA MEDAGLIA PER ANGELO CONTI
Un altro camuno cui sarà assegnata la medaglia d’onore quest’anno è Angelo Conti, nato a Cedegolo il 12 settembre 1913,di professione muratore. Fu fra i ranghi per assolvere agli obblighi di leva nel 77.mo Reggimento Fanteria del Distretto di Brescia e fu congedato nel 1936. Venne richiamato alle armi nel 1939, partecipò alla campagna di Albania e di Iugoslavia e venne posto in congedo illimitato il 20 gennaio 1943. Nel settembre dello stesso anno venne catturato dai tedeschi a Cedegolo e fu internato in un campo di concentramento in Germania fino al maggio 1945. Morì a Cedegolo il 20 luglio 1961. E’ grazie all’ANPI di Valle Camonica che ogni anno nell’elenco dei premiati vi sono anche molti camuni. L’associazione, infatti, si preoccupa di contattare le famiglie e raccogliere le storie di questi uomini, spesso dimenticati.
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In occasione della Giornata della Memoria, commemorazione delle vittime del nazismo e della Shoah e in onore di coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati, il Comune di Lovere propone ai propri cittadini e agli Istituti scolastici del territorio la mostra fotografica di Alessio Domenighini dal titolo “Shoah. il sonno della ragione genera mostri – Un itinerario “europeo” sui luoghi della barbarie nazifascista. Organizzata su proposta della Commissione Cultura del Comune di Lovere, la mostra sarà allestita presso la Sala Zitti (ex liceo artistico) in via Matteotti n. 3 e sarà visitabile dal 25 gennaio all’1 febbraio
INIZIATIVE ANCHE A ESINE
Il 24 gennaio a Esine presso la sala Consiliare è prevista alle 17.00 l’inaugurazione della mostra “Shoah” di Giuliano Pe: I campi di concentramento. Presentazione di Magda Stofler con la presenza del Coro Valgrigna che esegue canzoni sulla Resistenza scritte da Vittorino Ragazzi. Il 26 gennaio alle 20.30 presso l’Oratoria monologo sulla Shoah “Il Coraggio di Vivere-L’olocausto visto dagli occhi di un bambino” di Emanuele Turelli. Il 27 gennaio incontro delle scolaresche con Pierluigi Signorini, presidente dell’Associazione “Amici di Israele” di Brescia e la signora Lia Levi, scampata ai campi di concentramento.
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