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pubblicato da luanabellicini
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PENSIONATO MUORE NEI BOSCHI

Lo ha trovato il fratello, dopo l’improvviso silenzio della motosega. Era riverso nel prato schiacciato da un grosso tronco di albero. E’ morto così questo mercoledì nel primo pomeriggio, Mario Spandre, un pensionato di Pisogne di 72 anni. Con il fratello più anziano, Bortolo, di buon mattino era salito in località Prati San Carlo di Pontasio per fare legna. Hanno lavorato insieme fino all’ora di pranzo e poi si sono ritirati in cascina per mangiare un boccone, quindi Mario si è di nuovo avviato verso il bosco mentre il fratello ha tardato un po’ per riassettare. Improvvisamente, però, non ha più sentito il fragore della motosega e ha raggiunto Mario nella zona dove stavano tagliando legna. Così lo ha trovato riverso nel prato sotto un grosso tronco. Immediatamente ha lanciato l’allarme al 118 che è arrivato in posto con l’auto medica e con i volontari di Santa Maria Assunta di Pisogne. Per Mario, però, non c’è stato più nulla da fare. E’ probabilmente morto sul colpo. Ai sanitari non è rimasto altro che constatare il decesso del pensionato. Ora su cosa sia accaduto effettivamente questo mercoledì d’inverno nei boschi di Pontasio dovranno far luce i carabinieri della stazione di Pisogne che sono intervenuti sul posto per i rilievi di legge. Non c’è dubbio, però, che si tratti di un tragico incidente, purtroppo abbastanza frequente nei nostri boschi. La salma dello sfortunato anziano, ancora molto attivo, tanto è vero che era in pensione da soli due anni dopo aver lavorato come camionista per la Lages di Pisogne per moltissimi anni, è stata ricomposta nella sala mortuaria dell’ospedale di Esine. Sul posto della disgrazia quando l’eco di quanto accaduto ha raggiunto le cascine dei dintorni c’è stato un mesto pellegrinaggio di amici e conoscenti. Mario Spandre, infatti, era molto conosciuto. Poi sul posto sono arrivati anche i parenti, i figli che hanno effettuato il riconoscimento e poi tutto è tornato nel silenzio della montagna. Purtroppo Mario Spandre è la seconda vittima dei boschi della zona in poche settimane. Il 20 dicembre scorso, schiacciato da un grosso tronco che gli era rimbalzato addosso era morto nei boschi di Lozio Ugo Ballerini, di soli 52 anni. Mario Spadnre, oltre ai figli Pieracarlo e Diego lascia anche la moglie, Margherita Manella e numerosi fratelli e sorelle. L’eco della disgrazia accadutagli ha destato vivo scalpore nella comunità di Pisogne dove sia l’anziano che la famiglia erano molto conosciuti.

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VIA AL PROCESSO A VICHY

Prima udienza questo mercoledì al Tribunale di Bergamo per l’indiano Vicky Vicky, chiamato a rispondere della morte della dottoressa Eleonora Cantamessa e di quella del proprio fratello in seguito alla violenta rissa dell’8 settembre 2013 a Chiuduno. In aula sono stati visionati video e audio degli ultimi istanti di vita della ginecologa di Trescore. La donna, investita suo malgrado, non c’entrava niente con la rissa, si era fermata a soccorrere un uomo a terra ferito. Insieme a lui è stata travolta ed uccisa da un’auto in corsa guidata da altri indiani coinvolti nella rissa iniziata a Gazzaniga e proseguita poi in strada. In particolare, In aula sono stati visionati i filmati di una telecamera comunale e di una ditta di Chiuduno che, da lontano, hanno ripreso tutto quando accaduto, l’arrivo dell’auto sulla quale la dottoressa viaggiava con un amico: si vede la vettura passare e tornare indietro dopo pochi istanti, poi la dottoressa che scende e accorre sul luogo della rissa per soccorrere i feriti. Altri documenti audio ascoltati in aula sono invece le telefonate arrivate al 118 e ai carabinieri quella sera. Una telefonata drammatica in cui la donna lancia l’allarme e che poi si interrompe, probabilmente quando viene investita. In aula era presente l’imputato, in carcere da allora, mente i genitori, mamma Mariella e papà Mino Cantamessa, hanno scelto di non assistere.

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C’ERA UN COMPLICE?

Rivestire un uomo pesante e per di più inerme, non è semplice. La sanno bene la madre e la sorella di Hassan Mahsouri, il 30enne affetto dalla distrofia di Becker, ucciso nell’Hotel “La Torre” di Trescore la notte di Capodanno. L’uomo, quasi 90 chili, è stato trovato senza vita nel letto della camera dell’albergo dove aveva passato la notte con la 36enne marocchina Rahma El Mazouzi. Ucciso con 40 coltellate come ha confermato l’autopsia. Ma un particolare ha attirato l’attenzione degli inquirenti: la vittima era stata rivestita con tanto di scarpe. I vestiti infatti non erano sporchi di sangue e non presentavano tagli. Segno che chi ha commesso il delitto poi ha tentato di cambiare la scena del crimine. E ha avuto tutto il tempo per farlo perché l’autopsia ha anche stabilito l’ora della morte intorno alle 14.00 del primo gennaio e il fatto è stato scoperto solo alle 18.30 quando Rahma El Mazouzi, la donna irregolare e senza fissa dimora che altre volte si era recato in albergo con lui, si è recata insanguinata alla hall dell’hotel lanciando l’allarme in stato di choc.

I PUNTI OSCURI DEL DELITTO
Uno stato confusionale che le aveva impedito di rispondere alle prime domande degli inquirenti e per questo era stata ricoverata in ospedale dove avrebbe ammesso il delitto. Dal carcere di via Gleno poi però si è sempre rifiutata di spiegare cosa realmente è successo in quella camera d’albergo, fornendo solo un movente che non trova riscontro nella realtà secondo i famigliari della vittima. La donna infatti avrebbe ucciso l’amico perché non voleva sposarla. Ma né i genitori né i fratelli e la sorella di Hassan Mohsouri sapevano nulla di una promessa di matrimonio. Inoltre i telefoni cellulari fatti sparire e quell’indumento intimo femminile che la donna avrebbe nascosto nella borsetta nel tentativo di disfarsene ma che è stato trovato dai carabinieri poco dopo la scoperta del delitto, sono tutti elementi che fanno pensare che ci sia qualcosa di più dietro ad un raptus di follia. La salma del 30enne marocchino si trova ancora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e i famigliari ne hanno chiesto la restituzione per celebrare i funerali. Hassan Mahosouri viveva a Trescore con la famiglia e in Marocco lascia una moglie e un figlio di 4 anni.

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NAPOLITANO: LE REAZIONI DELLA POLITICA

Dopo quasi nove anni di mandato Giorgio Napolitano si è dimesso dalla carica di presidente della Repubblica. Lascia il Quirinale fra ringraziamenti e polemiche. A partire dal premier Renzi, il PD, il NCD, Scelta Civica, sono in molti che hanno ringraziato Napolitano per il sacrificio fatto due anni fa quando era stato rieletto su richiesta dei partiti.  Ma c’è anche un fronte critico guidato dalla Lega Nord e dal Movimento 5 Stelle ma che comprende anche FI che ha sempre accusato il Presidente della Repubblica di “tendere a sinistra”. Secondo i grillini Napolitano dovrebbe rinunciare alla carica di senatore a vita. Critico anche il commento del deputato camuno Davide Caparini per la Lega Nord: “Non avrebbero dovuto essere rieletto e le sue dimissioni arrivano troppo tardi. Ha prevaricato troppo spesso il suo ruolo ed è diventato una sorta di terzo potere obbligando i Governi, soprattutto quelli di centro destra, a farsi vagliare tutte le leggi e i provvedimenti prima di presentarle.

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LA REGIONE SCEGLIERA’ I 3 GRANDI ELETTORI

Dal momento delle dimissioni del Presidente della Repubblica, tutti i 20 Consigli regionali devono essere convocati per eleggere in tempo utile i rappresentanti delle Regioni che concorreranno al voto del suo successore, tenuto conto che come prevede la Costituzione il Presidente della Camera è tenuto a convocare la prima votazione entro 15 giorni dalle dimissioni. E la presidente della Camera Boldrini ha già reso nota la data della prima votazione: il 29 gennaio. Si tratta complessivamente di 58 "grandi elettori”, tre per ogni Regione ad esclusione della Valle d’Aosta che ne elegge solo uno, e che si aggiungono ai 630 deputati, 315 senatori e ai 5 senatori a vita. La Costituzione (art. 83) prevede che il Consiglio regionale elegga i suoi delegati “in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze”.  Nella prossima seduta d’Aula, programmata il 20 gennaio prossimo, il Consiglio regionale della Lombardia sceglierà i suoi tre "grandi elettori" che parteciperanno all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

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PIU’ COPERTURA GSM NELLE GALLERIA

E’ stata accolta con favore dal Prefetto di Brescia, Livia Narcisa Brassesco Pace, la richiesta da parte del Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli, di convocare un incontro con i gestori di telefonia mobile rispetto alla copertura GSM della viabilità nelle gallerie della Valcamonica. Questo martedì si è riunito il tavolo di coordinamento presieduto dal Prefetto con le istituzioni e le autorità militari e i gestori delle principali compagnie telefoniche. Il Prefetto Brassesco Pace, vicino alle esigenze del territorio e della popolazione, ha più volte sottolineato l’esigenza, in caso di incidente o di richiesta di soccorso, della ricezione in galleria, sia per le forze dell’ordine che devono intervenire, sia per il personale del 118, sia per coloro che si trovano nella necessità di chiedere un semplice intervento.

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LA PROVINCIA RIVENDICA LE DELEGHE

La provincia di Brescia rivendica le deleghe all’agricoltura caccia e pesca, tra quelle che dovrebbero rimanere in capo alle amministrazioni provinciali. Lo chiede il Presidente anche sulla scorta della lunga storia che collega Brescia al settore della caccia e, da anni, anche a quello della pesca che si svolge con intensità nei laghi e nei fiumi. La richiesta è stata fatta a Regione Lombardia che sta decidendo, prima ancora che sullr deleghe, sul possibile riassetto territoriale globale delle Province.

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LE OPPORTUNITA’ CORRONO SUL FIUME

Anche un video per raccontare la greenway dell’Oglio, il progetto del GAL e della Comunità Montana di Valle Camonica della ciclovia del fiume Oglio, 261 chilometri, di cui 88 in Valle Camonica, 28 sul Sebino Bresciano per collegare l’alta Valle Camonica, attraverso, appunto, il corso del fiume, al Po realizzando una ciclovia. Il progetto è stato finanziato anche dalla Fondazione Cariplo. Il suo obiettivo è quello di favorire la fruizione sostenibile del fiume Oglio, ma il progetto del GAL rientra anche in un’iniziativa più ampia che punta alla realizzazione di infrastrutture cicloturistiche a livello Europeo. In primavera partiranno i lavori tra la media e bassa Valle Camonica. Contemporaneamente è stato realizzato un video, registrato durante il primo Bike Tour dell’Oglio che è stato presentato in queste ore durante un conferenza stampa. Il video servirà anche per promuovere l’iniziativa. Ovviamente tutti gli enti che lo sostengono guardano con interesse al progetto che può rappresentare un’occasione turistica ma anche il recupero ambientale del fiume e dei percorsi ad esso collegati. Un progetto che nasce in rete anche con altri enti, non ultimo la comunità montana del Sebino Bresciano. C’è anche di più: questo progetto è riuscito a mettere insieme tutte le realtà che afferiscono al fiume Oglio.

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