
I difensori di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello in carcere a Bergamo da giugno di questa estate con l’accusa di essere il presunto assassino della 13enne di Brembate Yara Gambirasio, ne hanno chiesto la scarcerazione. Un istanza lunga e corposa di decine di pagine depositata questo mercoledì in Procura, redatta dai due legali da mesi e sulla quale vige il massimo riserbo. Passerà nelle mani del GIP di Bergamo Maccora, lo stesso che aveva disposto la custodia in carcere e che ora avrà cinque giorni per analizzare i contenuti dell’istanza e per prendere poi la sua decisione: per stabilire quindi se Bossetti dovrà rimanere in carcere oppure se il muratore potrà tornare dalla moglie e dai figli.
LA DECISIONE AL GIP
Una decisione che si preannuncia non facile poiché c’è un piano accusatorio ricco di particolari e circostanze che racchiude tre anni di indagini ma che la difesa smonta in ogni dettaglio; c’è la prova regina del DNA, ovvero la perfetta sovrapponibilità fra il Dna di Bossetti e quello lasciato dall’ormai ex «Ignoto 1» sugli slip e i leggings di Yara in corrispondenza di un taglio negli indumenti, prova che ha portato Bossetti in carcere e che pesa ancora come un macigno ma poi non ci sarebbero al momento altre rilevanti prove scientifiche a suo carico nonostante siano state cercate in lungo e in largo.
SI ATTENDONO GLI ESITI
Si attendono ancora gli esiti di altre due consulenze affidate dalla Procura di Bergamo. Quella eseguita nei laboratori di Pavia sui circa 200 reperti piliferi (peli e capelli) trovati su Yara e attorno al corpo nel campo di Chignolo d’Isola dove la giovane venne trovata nel 2010 a 3 mesi dalla sua scomparsa avvenuta il 26 novembre. L’altra consulenza è quella condotta dal Ris di Parma sugli automezzi in uso a Bossetti, una Volvo V40 e un furgone cassonato Iveco Daily, e gli oggetti sequestrati nella sua abitazione, alla Piana di Mapello. Tutto questo mentre il carpentiere 44enne, con nessun precedente alle spalle e una vita apparentemente normale, in isolamento da più di tre mesi nel carcere di via Gleno non hai mai smesso di proclamare la sua innocenza. L’istanza di scarcerazione sarà valutata nei prossimi giorni dal Tribunale del Riesame, che deciderà se accoglierla o respingerla.
dal giornale online: Più Valli TV – News
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