
Mountain holiday

C’è solo il suo DNA sui vestiti di Yara, Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio della giovane ginnasta di Brembate deve essere scarcerato. E i suoi legali, che avevano rinunciato subito dopo il suo arresto, presenteranno ora l’istanza. La richiesta è attesa per lunedì o martedì. Riteniamo, affermano i suoi legali in alcune dichiarazioni rilasciate ai giornali, che dopo 80 giorni di carcere e di isolamento Massimo Bossetti possa essere scarcerato. E’ chiaro che i legali dell’uomo accusato dell’omicidio della giovane Yara Gambirasio ed arrestato il 16 giugno scorso, non scoprono le carte, ma pare che Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti confidino nel fatto che sino ad ora, nonostante le indagini continuino a ritmo serrato, così come le analisi su alcuni reperti, nessun altro indizio sia andato a sostenere la prova che avrebbe condotto in carcere il muratore di Mappello cioé la presenza del suo DNA sui vestiti di Yara.
UNA VICENDA ANCORA INTRICATA
Insomma, sembra che i difensori dell’uomo possano giocare diverse carte o addirittura ribaltare la prova regina e quindi chiedere all’accusa – che ritiene schiacciante la prova della presenza del DNA di Bossetti sugli slip e sui leggins della ragazzina – di spiegare per quale ragione le tracce genetiche dell’uomo si trovavano lì. Per la verità pare abbastanza ferraginosa anche la tesi difensiva secondo la quale il Bossetti – che soffre di epistassi e che quindi perde frequentemente sangue possa aver sanguinato in cantienere ed aver per corsì dire contaminato un attrezzo poi usato dal vero assassino. Insomma ci sarebbero gli elementi per chiedere la scarcerazione, tanto più che non si trova ancora il movente dell’omicidio, che Bossetti è incensurato, che a suo carico non sono state trovate prove di pedofilia. L’istanza verrà presentata comunque al GIP Ezia Maccora lo stesso giudice che pur avendo disposto il carcere per Bossetti non ne aveva convalidato il fermo.
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E’ ricoverato in gravi condizioni all’ospedale civile di Brescia l’operaio 40enne che attorno a mezzogiorno di questo mercoledì è rimasto vittima di un infortunio sul lavoro mentre stava eseguendo lavori di manutenzione alla seggiovia Vittoria al Passo del Tonale al confine tra le province di Brescia e di Trento. Pare che l’uomo, originario di Temù, sia rimasto schiacciato da una dei sedili. Insieme ad altri colleghi stava eseguendo, in vista della prossima apertura degli impianti, lavori di manutenzione alla seggiovia. Dopo aver staccato i sedili, piuttosto ingombranti visto che sono in grado di trasportare sei persone, dal filo della seggiovia , gli operai li stavano accatastando. La copertura di questi, infatti, deve essere sostituita. Non si sa esattamente che cosa sia accaduto, ma pare che l’operaio sia rimasto schiacciato da uno dei sedili. L’allarme al 118 è partito immediatamente. Ad effettuare la chiamata i colleghi che stavano lavorando con lui. Visto che le sue condizioni sono sembrate subito piuttosto gravi, da Brescia è stato fatto alzare l’elicottero del 118 che però ha dovuto fermarsi a Ponte di Legno a causa del forte vento che tirava in quota. L’uomo, quindi, dopo essere stato stabilizzato da un equipaggio da terra del 118, è stato trasportato in ambulanza a Ponte di Legno e poi imbarcato sull’elicottero che lo ha trasportato all’ospedale civile di Brescia dove si trova ricoverato in gravi condizioni. Sul posto per i rilievi di legge i carabinieri della zona e i tecnici dell’ASL cui toccherà ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.
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Potrebbe esserci un sorpasso azzardato all’origine dell’incidente che ha causato lunghe code questa mattina sull’A4. L’incidente è avvenuto poco prima delle 8,30 e ha costretto la polizia stradale a istituire un senso unico alternato. Due ore di disagi: la situazione è tornata alla normalità solo verso le 11. Tre i feriti, fortunatamente non gravi: sono stati portati per accertamenti alle Gavazzeni, a Seriate e al Papa Giovanni. Lunghe code in uscita a Bergamo per chi proveniva da Milano e in ingresso al casello di Bergamo verso l’A4 per chi era diretto verso Brescia.
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Nella notte tra lunedì e ieri i ladri si sono introdotti all’interno dell’ufficio postale di Colere, che si trova nell’edificio del Municipio in via Tortola, rubando circa 15.000 euro: i soldi si trovavano in cassaforte ed era la cifra per pagare le pensioni agli anziani del paese che usufruiscono del servizio postale colerese.. Ieri mattina alle ore 7.00 è scattato l’allarme: ad accorgersi dell’accaduto è stato un netturbino poco prima di iniziare il lavoro: l’uomo aveva notato che le inferriate di una finestra, sul lato destro dell’edificio, erano state tagliate. Così ha chiamato il 112 e sono intervenuti i carabinieri della stazione di Vilminore che hanno constatato che l’inferriata era stata tagliata con l’utilizzo di un flessibile, che poi era servito ai ladri per forzare anche la cassaforte, nella quale era custodito il denaro. L’edificio comunale e l’ufficio postale purtroppo non sono coperti dal raggio di controllo della videosorveglianza installata dalla Comunità Montana di Scalve e centralizzato in una sala operativa di controllo: le telecamere sono però posizionate in altri punti del paese e, in un paese piccolo come può essere Colere, grazie alla visione delle immagini ci può essere qualche possibilità di risalire a chi lascia o entra in paese in determinati orari. Nessuno in paese ha udito rumori particolari o visto persone o auto sospette all’alba di ieri anche se il furto dev’essere avvenuto poco tempo prima rispetto alla segnalazione del dipendente comunale: quando i Carabinieri sono entrati nell’edificio, infatti, si avvertiva ancora un intenso odore provocato dall’incidere del flessibile sul metallo. Intanto tra gli anziani che avrebbero dovuto ritirare la pensione ci sono stati momenti di preoccupazione e di apprensione: infatti, molti anziani aspettano il giorno fissato per poter sistemare tante piccole faccende domestiche e utilizzare quel poco denaro anche per qualche spesa necessaria e indilazionabile.
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L’emergenza profughi è di tutto, ma pochi sindaci hanno partecipato oggi all’incontro organizzato a Brescia dalla Prefettura e il perfetto ha garantito che se non ci sarà nella gestione di un ulteriore emergenza la collaborazione di tutti agirà con provvedimenti autoritativi. Anche nel bresciano pare, infatti, che siano in arrivo nuovi profughi dalla Siria e della Libia e l’incontro di questa mattina era proprio per fare il punto sulla situazione ma soprattutto per coinvolgere i sindaci nella gestione di un’emergenza. Tante però sono state le perplessità espresse a causa di mancanza di strutture. Il prefetto però ha richiamato gli amministratori al senso di responsabilità. Nei prossimi giorni sono previsti altri incontri.
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La ripida e frequentata strada agrosilvopastorale che da Vione sale a Malga Tremonti, o Tremons in lingua locale, è ora più sicura grazie all’ottimo intervento effettuato dal Consorzio forestale Due Parchi che ha progettato e realizzato i lavori di messa in sicurezza, bonifica e miglioria tecnico-estetica dei tratti gravemente compromessi del tracciato. L’intervento è stato finanziato dalla Legge Regionale 31 del 2008, a valere sull’anno 2013, con un importo pari a 50.000 euro ed un cofinanziamento del Comune di Vione pari a 20.000 euro. La scelta progettuale ha voluto rispettare al massimo l’ambiente delicato e selvaggio nel quale è stato effettuato l’intervento, con alcune migliorie importanti sia sul piano tecnologico che su quello estetico, quali le canalette di scolo delle acque in legno di larice o i megaliti ritrovati in loco usati come paracarri e segnavia. Ora strada per Tremons è più sicura e le cascine ristrutturate e la malga monticata sono raggiungibili più facilmente: l’accesso con mezzi meccanici però non è per tutti.
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