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pubblicato da sara.franz
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Sarebbero state due profonde ferite, inferte ai lati della testa la causa della morte del piccolo Patrick Lorenzi 9 anni vittima della doppia tragedia consumata sul Monte Avaro nel comune di Cusio in alta Valle Brembana.Il ragazzino, ritrovato dagli uomini del soccorso alpino nella notte dello scorso giovedi, quando si sono consumati i fatti, era stato probabilmente sedato, non sono infatti presenti segni da reazione. Qualcuno con ogni probabilità gli aveva fatto assumere dei farmaci, avvalorando l’ ipotesi di omicidio-suicidio. Le indiscrezioni, anche se molto stringate, sono emerse dopo l’autopsia eseguita alle 10 di questo martedì 2 settembre all’Ospedale Papa Giovanni XXIII° di Bergamo, alla quale hanno assistito il medico legale Luca Tajana, alla presenza dell’avvocato di Marco Lorenzi, Vanessa Bonaiti. Da quest’ ultimo sono stati richiesti esami tossicologici, per avere conferma dello stato di incoscienza del piccolo, colpito alla testa con una pietra.
UNA VICENDA INTRICATA
Lo stesso legale ha confermato la volontà di approfondire il ruolo dei servizi sociali nella vicenda. “Non è un atto d’accusa contro alcuno, ha detto Bonaiti, bensì una richiesta di verità su quanto stavano facendo i servizi sociali a favore di questa famiglia e del piccolo Patrick che stando ad alcune voci negli ultimi tempi non aveva mai frequentato la scuola”.Ora di lui rimane una foto messa sulla pietra di quella montagna dove è stato ritrovato il suo corpo. Di fianco due mazzi di fiori, uno con il nastro azzurro l’ altro rosa a significare il calvario di mamma Jessica Mambretti 41anni, sofferente di depressione e del suo piccolo Patrick. Il ha portati Marco Lorenzi papà dello scomparso, uno per lui, uno anche per lei, Perché Marco a Gessica voleva bene. A lei e alle sue fragilità, alla sua vita tutta in salita. «In fondo, non era colpa sua se stava così male» aveva detto. «Non ha avuto molto dalla vita».
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Il Soccoro Alpino ha partecipato stamani a Ghedi ai funerali dei capitani Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri e Paolo Piero Franzese, i quattro piloti scomparsi in un incidente aereo martedì 19 agosto in provincia di Ascoli Piceno. Era presente una rappresentanza del Corpo, costituita dai tecnici della Stazione di Valle Sabbia – V Delegazione Bresciana. Il CNSAS, insieme con le Forze armate, le Forze di polizia, i Vigili del fuoco, la Protezione civile e la Croce Rossa ha, infatti, partecipato all’intervento di ricerca dei piloti con numerosi tecnici, provenienti da tutta Italia; una trentina quelli che fanno capo al SASL (Soccorso alpino e speleologico Lombardia).
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Prosegue la conta dei danni dopo la serie di eventi meteo che hanno messo in ginocchio la bergamasca. 20 milioni di euro a tanto ammonta la stima che contempla i 10 milioni denunciati da Coldiretti, i 2 milioni e 800mila richiesti dai 45 comuni interessati dai fenomeni e altri 8 da parte di privati colpiti dalle ormai note bombe d’ acqua. Nel caso dell’emergenza più recente, quella legata al territorio di Albino, le ragioni sono da attribuire al torrente Lujo che da anni non veniva ripulito da materiale, pietre e vegetazione presente nell’alveo e sulle sponde.
DANNI NOTEVOLI
Per queste ragioni durante il violento temporale della notte tra sabato e domenica, in alcuni punti si è creata una sorta di tappo che ha favorito l’ esondazione. La competenza come sottolineato dal sindaco non è del comunale ma dalla Ster e di Regione Lombardia. Alle abbondanti piogge si aggiunge l’ uso improprio del territorio. Dal 1904 una legge impone una fascia di rispetto pari a dieci metri dal ciglio arginato, spesso non osservata. Ciò riguarda soprattutto i corsi d’acqua di fascia pedecollinare che scorrono in zone fortemente urbanizzate. L’ operazione “Fiumi sicuri” è una di quelle iniziative fondamentali, grazie alla quale l’ intervento di bonifica assicura una maggiore tranquillità dei residenti.Oltre all’ ente locale, che sta stilando un resoconto per avviare la procedura di finanziamento, anche la sede territoriale della Regione procede nella conta dei danni.
SI POTEVA EVITARE?
Agli interrogativi, legati al si poteva evitare…….si aggiunge la polemica sul cantiere del ponte di Comenduno frazione di Albino, riguardante la presenza di rifiuti che l’erosione di una sponda, dovuta alle ultime piene del Serio, ha messo in evidenza.
A denunciarlo Federconsumatori che puntualizza come ci sia, ignari del fatto e tempo permettendo, chi fa il bagno poco più a valle della discarica. La documentazione attestante i fatti è stata inviata anche all’Asl e al Comune di Albino, dove il sindaco non ha tardato ad esprimere disappunto per l’ impossibilità di fornire chiarimenti prima della segnalazione alla Regione. Una vicenda abbastanza datata che si trascina da un paio di amministrazioni. “Non c’ è alcun pericolo, assicura Terzi, si tratta di rifiuti inerti”, la cui rimozione è avvenuta in queste ad opera della ditta Bergamelli.
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Da tempo negli ambiente bene informati se ne parlava, ma or ala notizia è ufficiale: Lucchini RS ha siglato un accordo preliminare con Mamé Group Spa per una partecipazione di Lucchini pari al 49% in Mamé Group. La sigla all’accordo è stata apposta dal Presidente di Mamé Group Antonio Mamé e Giuseppe Lucchini, Presidente di Lucchini RS spa. L’accordo prevede inoltre che nel 2017 Lucchini RS possa esercitare un’opzione di acquisto ulteriore di azioni di Mamé Group, per poterne acquisire la maggioranza e per sviluppare ulteriormente gli effetti sinergici. Il contratto finale verrà firmato entro l’anno in corso: il tempo necessario sarà quello per le consuete operazioni di due diligence aziendale, cioè al termine del processo investigativo sulle condizioni di acquisizione dell’azienda e per la messa a punto dei contratti definitivi. Mamé Group, che ha sede a Cividate manterrà la propria autonomia funzionale ma nel contempo metterà in atto con Lucchini RS un’importante collaborazione nei settori operativi aziendali considerati strategici.
NUOVE SINERGIE ED OPPORTUNITA’
Le sinergie e le opportunità commerciali e industriali che scaturiranno rafforzeranno entrambe le società nel settore della forgia. Dal punto di vista societario, fino a nuovo assetto, Antonio Mamé e Giuseppe Moschini manterranno le cariche rispettivamente di Presidente e Amministratore Delegato della società. Lucchini RS è controllato da Sinpar Spa della famiglia Lucchini, con forte presenza internazionale tramite controllate e collegate in Inghilterra, Svezia, Polonia, Belgio, Austria, Cina ed India, leader europeo nel settore del materiale rotabile ferroviario di alta qualità (ruote ed assili), prodotti forgiati e fusi in acciaio speciale di grandi dimensioni per svariati usi industriali (oil & gas, nucleare, energia, impiantistica). Attualmente occupa1.615 dipendenti. Il Gruppo Mamé operante nel settore della produzione di fucinati in acciaio a disegno, è costituito da aziende manifatturiere e di servizio che coprono la catena di fornitura di questo tipo di manufatti.
UN GRUPPO FORTE
Il Gruppo opera a livello mondiale: Europa, Estremo Oriente, Stati Uniti fino all’America Latina. È costituito da persone preparate e altamente professionali, in grado di affrontare tutte le situazioni che si possono incontrare lavorando in un mercato internazionale. Il piano di investimento messo in atto negli esercizi 2012-2013 di 22 milioni di euro ha consentito di disporre di impianti moderni ed efficienti coi quali il Gruppo Mamé ha accesso ai settori qualitativamente più impegnativi dei mercati quali quelli di oil&gas, impiantistico, power gen e nucleare. La nuova sinergia industriale tra due colossi di Vallecamonica-Sebino, avrà certamente ricadute importanti sulla produzione, sull’occupazione e sull’immagine internazionale dei prodotto industriali del territorio. Ma certamente è presto per capire altri possibili sviluppi futuri, Il fatto certo è che entrambi i gruppi hanno sempre operato in Italia, credendo fortemente allo sviluppo industriale interno del paese e questo fa ben sperare anche per il futuro.
RIASSETTO NEL GRUPPO LUCCHINI
Intanto in casa Lucchini entrano i figli della terza generazione, nipoti di Luigi morto un anno fa e fondatore della dinastia degli industriali dell’acciaio: i tre giovani sono i figli di Giuseppe, Gabriella e Silvana Lucchini. Il meccanismo di parziale recesso dei genitori e di ingresso dei figli è legato ad un complesso sistema di cessioni e acquisizioni di quote di società che compongono la galassia del gruppo.
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E’ stato realizzato un progetto di fitodepurazione delle acque di scarico provenienti dalla frazione di Anfurro di Angolo Terme e che, nonostante la stazione di pompaggio a monte nel collettore fognario di Angolo, nei giorni delle grandi piogge finivano comunque nel lago Moro. L’intervento della comunità montana dei laghi bergamaschi, dell’autorità di bacino dei laghi Iseo, Endine Moro, della provincia di Bergamo, dell’Agenda 21 Calopicos e Sebino-Franciacorta, del Consorzio Bim dell’Oglio e dei Comuni di Darfo Boario Terme e di Angolo Terme, ha consentito l’utilizzo di parte del finanziamento Cariplo su bando che tutela la qualità delle acque per realizzare un progetto di fitodepurazione. I lavori sono stati appaltati al Consorzio forestale Pizzo Camino e sono stati realizzati nell’arco di tre mesi ed ora il sistema di fitodepurazione è funzionante. I lavori sono stati eseguiti con massimo rispetto ambientale, anche per la difficoltà a raggiungere la zona con mezzi pesanti e dunque le opere sono state cantierizzate sfruttando al meglio le risorse del terreno. Il progetto di fitodepurazione non può prescindere dal progettare secondo i dettami dell’ingegneria naturalistica e tiene in particolare considerazione anche il ripristino vegetazionale globale della zona nella quale viene realizzato l’impianto. L’impianto di fitodepurazione di Anfurro di Angolo è in funzione da metà agosto: ora verranno completati anche alcuni adempimenti di legge.
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Un importante programma di fitodepurazione, sostenuto dal Parco dell’Adamello, è entrato in funzione quest’estate prima a Cevo alla casa del Parco e quindi al Rifugio Tonolini nella conca del Baitone a quota 2.450 metri, dove è stato realizzato un impianto pilota primo del genere in Europa per quota, concezione e uso di sistemi drenanti.
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