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pubblicato da matteoslanzi_
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pubblicato da 11kiara
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USTIONATO A GAZZANIGA

Brutta avventura per un 88enne di Gazzaniga,  residente  al civico 19 di via XXIV maggio, la stradina che corre a lato dell’ oratorio. L’ uomo all’ orario di pranzo si apprestava a preparare una frittura, quando una violenta fiammata lo investiva procurandogli ustioni di terzo grado su 35% del corpo. Attivati i soccorsi da parte del figlio dell’ anziano, residente a pochi passi dall’ abitazione del padre, sul posto giungevano un’ ambulanza della Croce Verde di Colzate, i Vigili del Fuoco di Clusone e Gazzaniga e i Carabinieri di Fiorano al Serio. Si rendeva necessario l’ intervento dell’ elisoccorso atterrato nel campo da calcio dell’ oratorio. Prestate le prime cure sul posto veniva trasferito in volo e ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in attesa di un’ ulteriore trasferimento presso strutture più attrezzate. Al momento dell’ accaduto in casa con lui anche la moglie 86enne che, pur non avendo riportato conseguenze, era decisamente scossa per quanto successo.  Le fiamme hanno interessato i locali adibiti a cucina posta al primo piano dello stabile, ma non sarebbero stati dichiarati inagibili. Necessariamente spalancate le finestre per permettere all’ acre odore di disperdersi nell’ aria.

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BOSSETTI ANCORA IN CARCERE

Un paio di scarponi di lavoro e altri oggetti di uso comune prelevati nella villetta di Mapello di Massimo Bossetti sono stati al centro delle nuove analisi condotte questo martedì dai Ris di Parma. Sono infatti attesi sia dall’accusa sia della difesa del muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, gli esiti di tutte le analisi effettuate nelle ultime settimane di cui ancora gli esperti non hanno dato esiti definitivi. Si cercano tracce di Yara oppure altri dettagli, oltre al DNA, che lo riconducano all’omicidio della 13enne di Brembate. Sia gli esami condotti sui mezzi dell’uomo, la Volvo e l’autocarro, sia quelli condotti su indumenti, pc, telefoni e documenti, al momento non avrebbero portato ad aggiungere nulla al quadro probatorio. Nell’attesa i legali di Bossetti, che si trova in carcere dal 16 giugno per via della prova del DNA, presenteranno come già annunciato settimane fa, istanza di scarcerazione. Probabilmente a settembre inoltreranno la richiesta al gip di Bergamo. In assenza di altre prove e in attesa di ripetere quella “regina” del Dna, visto anche il protrarsi delle analisi della scientifica, la difesa chiede che quell’uomo che da 64 giorni si trova in carcere e che 64 giorni continua a proclamarsi innocente, possa tornare ai suoi affetti in attesa che le indagini e la giustizia facciano il loro corso.

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PROFUGHI A SEDRINA

«Servire significa accogliere con attenzione la persona che arriva; significa chinarsi su chi ha bisogno e tendergli la mano». Sono parole di Papa Francesco recepite e messe in ptratica dalla diocesi di Bergamo che ha aperto le porte, agli africani richiedenti asilo in Bergamasca. Dalle parole ai fatti. Il Vescovo monsignor Francesco Beschi, ha dato il benestare  all’apertura della Casa San Giuseppe di Botta di Sedrina,struttura destinata, fino a poco tempo fa, ai ritiri spirituali. Così la Caritas diocesana, guidata da don Claudio Visconti, ha subito predisposto l’ingresso per un gruppo di 54 stranieri (provenienti da Mali, Gambia, Senegal e Nigeria) in attesa di sapere se riceveranno o meno il permesso di soggiorno per asilo politico. Lo spostamento in fase conclusiva in queste ore, era iniziato nel pomeriggio domenicale, interessando anche i 25 ospiti della Cà Matta di Ponteranica.  Altri diciannove, invece, provengono dalla Casa del Bosco di Bergamo, mentre dieci dall’ex casa delle Angeline di Casazza. Da fine marzo ad oggi sono stati 459 i profughi transitati, nella nostra provincia. Si tratta di persone, sbarcate sulle coste italiane con l’operazione militare e umanitaria Mare Nostrum. 355 quelli rimasti, la maggior parte dei quali, 291, sotto la protezione della Caritas, 64 sono affidati alla Cooperativa Rinnovamento dello spirito.

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IL NUOVO ALLOGGIO

Il nuovo alloggio, la Casa San Giuseppe di Botta di Sedrina, è particolarmente adatta vista  la posizione e la struttura, ad ospitare i richiedenti asilo. Il passaggio dagli altri centri di accoglienza era previsto da mesi. La struttura brembana, per anni punto di riferimento dei ritiri spirituali nella Bergamasca, aveva chiuso nel luglio scorso dopo un’ attenta riflessione del vescovo con il Consiglio episcopale. Si tratta di un complesso distribuito su tre piani e uno seminterrato, con circa 100 camere singole con bagno, oltre agli spazi comunitari. Dall’inizio del 2014 sono sbarcati in Italia circa 100 mila migranti. Nella nostra provincia, dal 21 marzo scorso, ne sono transitati 459. Un centinaio di questi, soprattutto siriani ed eritrei sicuri di ottenere l’asilo politico, se ne sono andati nel nord Europa. Quelli rimasti sono 355. Esclusi 43 pakistani, gli altri vengono dall’Africa centro-occidentale. La maggior parte alloggia nelle strutture della Caritas e chiede il permesso di soggiorno per asilo politico.

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NESSUN NUOVO PROFUGO IN VALLECAMONICA

Non sono previsti ulteriori arrivi di profughi in Vallecamonica: gli arrivi sono gestiti dalle Prefetture ed i numeri accreditati con i posti relativi sono quelli già indicati a suo tempo e già occupati per l’ordinario lavoro di accoglienza che si sta svolgendo. K-Pax ha dato ulteriore disponibilità per altri 4 posti, ma a Brescia e fuori dal territorio camuno-sebino. Non vi sono dunque nuovi arrivi previsti. Ciò non significa che in questa fase possano esserci ridistribuzioni sul territorio nei comuni dell’hinterland cittadino e comunque della pianura. Grazie al lavoro fatto a suo tempo nel 2011 in Vallecamonica, ora la distribuzione dei richiedenti asilo è più soft e regolamentata, in numeri in assoluto sono minori e soprattutto non c’è più rischio che accada una concentrazione elevata come avvenne a Montecampione, in val Palot e a Lizzola.

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